Tutto Herlitzka scena per scena
Notizia pubblicata il 30 giugno 2009
Categoria notizia : Spettacoli
COSA HANNO in comune le severe inquadrature di Marco Bellocchio con lo stile iconoclasta del contestatissimo (e censurato) Raiot di Sabina Guzzanti, mai andato in onda?
Quando la forza della parola si impossessa del virtuosismo, sulla scena, rimane il gesto, la capacità di diventare un ‘tramite’. Pura comunicazione.
Forse più importante dell’arte.
Succede, quando sul palco, o sullo schermo, lo spazio è “invaso” dalla volto, dalla voce di Roberto Herlitzka, attore che passa con disinvoltura dalle serie tv culto ai premi prestigiosi, come il Nastro d’Argento vinto con Buongiorno, Notte.
Una dedizione al ‘mestiere’ dell’intrattenitore che sarà celebrata con una serata d’onore oggi al Teatro San Martino (ore 21.30. Per informazioni, tel. 051 051.7459360).
Che responsabilità, una serata d’onore...
«Certo, perchè ribalta completamente la mia maniera di intendere il lavoro dell’attore. Quando recito, il mio impegno è far risaltare le qualità degli autori che interpreto, al cinema, in teatro. Qui, invece l’attenzione è focalizzata solo su di me e quindi devo esprimere un forza creativa che rifletta le mie capacità compositive. Non presto il corpo ad altri, ma a me stesso. Così ho deciso di rischiare e di essere, per una notte, autore e interprete. A Bologna reciterò una raccolta di frammenti di una traduzione del ‘De Rerum Natura’ di Lucrezio, realizzata da un anonimo del Trecento, che io ho scoperto. Quindi mi considero, il coautore dell’opera. Poi inviterò lo spettatore a entrare nei miei sogni, frammenti che suscitano sgomento, preoccupazione, ma che ci daranno l’impressione di poter viaggiare nei risvolti della mia mente, aperta, violabile. Per una sera. Li chiamo ipnogrammi, il cuore profondo dell’immaginario rivelato, intimo di un attore svelato al pubblico».
Perché la scelta del “De Rerum Natura”?
«Per la meraviglia che in me suscita, ogni volta che mi accosto, il testo. Un amore scoperto al liceo e che, da allora, si è amplificato. Quella che proporrò è una traduzione in terzine dantesche nella lingua di un anonimo che sembra abbia coltivato l’intenzione di rendere onore (per questo l’ho scelta per la serata) alla “parola’’. Quasi una reazione allo stato di abbandono nel quale la parola versa oggi. Dimenticata, storpiata, sepolta, come vuole l’anima dei nostri tempi. Il De Rerum Natura, poi, mi riporta a un bel ricordo bolognese. Proprio qui, infatti su invito del professor Ivano Dionigi, l’ho recitato all’Arena del Sole in occasione di un convegno lucreziano».
La parola e il suo potere, questo narrerà al San Leonardo.
Sì, contro la logica dell’impoverimento quotidiano della lingua. E quello che faccio, sempre, in teatro, al cinema. Come autore e come interprete. Questa è la materia con la quale so esprimermi».
Un’occasione, la Serata d’Onore, per avvicinarsi alla vita e al lavoro di un artista che non ama le catalogazioni. Dall’‘Amleto’ alla Guzzanti.
«Sì, per Raiot registrai un ‘sipario’, mai andato in onda, con il personaggio di Cerchiobot, un accomodante opportunista dei nostri tempi, che fa dell’ossequio ai potenti, la sua ragione di esistere».
Il suo rapporto con la tv?
«Felice, ho appena partecipato alla fiction di Barbareschi, ‘Nebbie e delitti’, ma, soprattutto, ho fatto Orlando Serpentieri in ‘Boris’, un personaggio che mi ha dato grande fama sulla rete. Ha avuto un tale successo che, grazie al passaparola sui blog, ci sarà una nuova serie che inizierò a registrare tra pochi giorni».
Prossimo spettacolo teatrale?
«A ottobre debutterò al teatro Vittoria di Roma, con un lavoro di Thomas Bernhard, ‘Elisabetta II’, un vecchio progetto, che nessuno ha mai prodotto sino ad ora, perché ricco di personaggi e quindi molto costoso».
foto by http://www.flickr.com/photos/lucamauri/