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E’ su di giri Saverio Marconi, regista dell’edizione italiana di Cats
Notizia pubblicata il 06 marzo 2010
Categoria notizia : Turismo
La scena è di quelle che evocano la fiaba, un bric-à-brac da soffitta in cui i gatti, anzi i Cats, festeggiano la notte più magica. Cats, si sa, è ormai un'icona del musical, che dopo i brevi anni della contestazione, è tornato in occidente a prendersi le scene e a riscuotere lunghi applausi, pubblico affezionato.
Solo a Londra, da quell'11 maggio dell'81 è stato applaudito 9000 volte, 9000 sere, tutte sold up, fino alla stessa data del 2002, giorno della sua ultima rappresentazione britannica. Per non parlare di tutti gli altri paesi in cui è stato esportato. Uno di questi, finalmente, è l'Italia; l'italiano è l'undicesima lingua in cui il testo tratto dalle filastrocche di Thomas Stearns Eliot è stato tradotto.
“Un po' tardi, sì”, ammette Saverio Marconi, il regista dell'edizione italiana di Cats, in scena al PalaRossini la sera del 10 marzo. “Il fatto è che assicurarsi i diritti del musical è stato veramente difficile. Loro sono scrupolosissimi: vogliono tutte le rassicurazioni che Cats sarà reso in maniera degna dell'originale. Hanno verificato nei minimi particolari che il progetto fosse realizzato dalla Compagnia della Rancia così come era stato promesso nel contratto”.
Precisione britannica: perché la leggenda ha i suoi diritti e il suo glamour. E per Cats di leggenda si tratta. “Si sa – dice Saverio Marconi, una storia da attore molto amato dai registi d'avanguardia – che il gatto è animale tra i preferiti delle fiabe. E questa è una fiaba, in cui la componente umana si mescola a quella feline. Ed è lo spettatore a distinguere, dalle posture e dai gesti, il gatto... dall'uomo”.
Ma sotto quelle teste splendide, baffute da gatto, palpita il cuore umano di magnifici cantanti e ballerini. “L'unico cruccio, alle selezioni del cast, è stato quello di aver dovuto escludere alcuni che pure erano bravissimi. È sicuro, il livello di preparazione per questo genere di teatro tra i giovani è cresciuto”.
Merito anche di programmi come Amici: per fare solo un esempio, la gatta Grisabella (che canta Memory, per intenderci) è Giulia Ottonello che ha vinto Amici nel 2002. “Ci sono altri percorsi, rispetto a una volta, per arrivare al successo, che però, attenzione, è meno duraturo, più effimero. Emergere si può da un giorno all'altro; durare, è più difficile. E noi, non possiamo più permetterci Greta Garbo”.
Canali diversi, media diversi, e tecnologie più avanzate. Per il musical anche il digitale può servire a rendere l'atmosfera della fiaba. “Sì, per le luci in scena e le musiche, ma non creda: quando c'è da ballare e da cantare è il talento che serve. E niente altro. È sull'abilità degli interpreti che si deve puntare! E gli inglesi alla fine dei controlli hanno sorriso e si sono tolti tanto di bombetta”.
L'humour non è il forte di Marconi, che però stavolta è davvero su di giri, per il successo di un'impresa che è un traguardo. Reduce ora anche dalla regia lirica, col Nabucco, si guarda intorno: “E per il futuro, si vedrà. Potrei sempre cambiare un'altra volta!”.