Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

A S.Apollinare Nuovo i volti di tanti ravennati di cent'anni fa

Notizia pubblicata il 12 novembre 2007



Categoria notizia : Turismo


LA PRIMA cappella della navata di sinistra della basilica di Sant'Apollinare Nuovo é detta "Cappella alla Vittoria e alla Pace" ed é un luogo interessante anche se praticamente sconosciuto ai ravennati.


La cappella, che risale alla fine degli anni Dieci del secolo scorso, non si armonizza di certo con l'architettura della basilica, ma resta comunque di un certo interesse per gli affreschi sulle pareti che il pittore veronese Carlo Donati dipinse nel 1919 e che si presentano come un polittico di dodici tavole nelle quali si possono osservare un'ottantina di figure, molte delle quali sono interessanti ritratti che raffigurano anche personaggi ravennati.

La cappella, inoltre, può essere considerata un valore aggiunto del nostro Museo del Risorgimento e potrebbe far parte di un itinerario ideale attraverso particolari luoghi della memoria.

Le dodici tavole, infatti, rappresentano "le nazioni alleate e i nostri eroi che mostrano a Gesù, che é nella tavola centrale, le bende insanguinate della via dolorosa, i rami di quercia simbolo del valore dei padri, degli sposi, dei figli caduti per la Patria".

Ogni tavola ha un suo titolo. Nella terza, "Nel segno del dolore la fiamma della carità ", si nota in ginocchio la duchessa d'Aosta, all'epoca presidente della Croce Rossa e nella parte superiore i tenenti Anselmo Calvetti ed Ermenegildo Monti e la crocerossina Armanda Ravuzzi.

INTERESSANTE anche la tavola sesta, "Cor Jesu, pax et reconciliatio nostra", dove insieme al Cristo, alla Madonna e a San Giuseppe sono raffigurati papa Benedetto XV e due figure ravennati molto conosciute, don Andrea De Stefani e monsignor Pasquale Moranti, l'arcivescovo che portò a Ravenna i Salesiani.

Don De Stefani, che moriva sessant'anni fa il 18 maggio 1947 all'età  di settantanove anni, durante la prima guerra mondiale era stato promotore e direttore della "Casa del Soldato" e dal 1902 era il rettore di Sant'Apollinare Nuovo. Dal 1933 e fino alla morte fu anche il cappellano delle Carceri.

Medaglia d'argento e di bronzo al valor civile, don De Stefani fu molto amico dei Salesiani e in più occasioni aveva espresso il desiderio che la basilica fosse affidata alle loro cure.

La basilica, invece, con grande disappunto dei Salesiani, sarà  invece affidata a monsignor Giovanni Mesini, ma nel suo interno ancora oggi sono conservati una tela raffigurante Don Bosco e una statua di Maria Ausiliatrice, "patrona" dei Salesiani.

NELLA tavola dodicesima, "La morte di una bambina vittima delle incursioni aeree", fra gli altri é raffigurato il maggiore Agamennone Vecchi. Interessante anche la settima tavola, "Le vittorie del Grappa", dove si vede il maggiore Francesco Baracca la cui immagine si trova anche in un'altra chiesa.

Nel 1973, infatti, il pittore Anacleto Margotti, su commissione di un ex aviatore americano, ridipinse il "Battesimo di Cristo" nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Alfonsine, dipinto che era andato distrutto durante i bombardamenti del 1944 e il pittore, in questo suo nuovo rifacimento, volle attribuire all'eroe di Lugo il volto del Cristo.

MOLTI altri volti si possono ammirare all'interno della "Cappella alla Vittoria e alla Pace", che però é chiusa da un cancello e soltanto dall'esterno é possibile ammirare questi affreschi che raccontano una pagina di storia della nostra Ravenna legata agli eventi della prima guerra mondiale.