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Sanremo, mission possible
Notizia pubblicata il 22 febbraio 2010
Categoria notizia : Spettacoli
Missione compiuta. Mauro Mazza, direttore di Raiuno, prende atto dei 12 milioni e mezzo dell'ultima serata (oltre il 53% di share) e del successo generale del Festival di Sanremo.
Rivendica la decisione di portare i tre operai di Termini Imerese sul palco, a fronte delle polemiche Giancarlo MazzuccaPdl preannuncia un'interrogazione parlamentare e apre anche il momento della riflessione su che è stato.
Intanto, il Codacons chiede alla Guardia di Finanza una verifica sulla correttezza del televoto e sull'esito che ha escluso dal terzetto finale interpreti di qualità Malika Ayane, Irene Grandi, Noemi, Arisa.. a fronte del secondo posto del trio Emanuele Filiberto/ Pupo /Canonici. Plauso e bacchettate per gli orchestrali che hanno strappato gli spartiti all'annuncio dei finalisti.
Una Coda rumorosa quella del giorno dopo. L'unico dato indiscutibile viene dall'Auditel. Il Festival della Clerici ha superato ogni previsione e battuto i pessimisti, anche se il direttore Mazza ribadisce: «Non c'eravamo dati una soglia minima e massima, ma il successo fa certamente piacere. Sul resto rifletteremo ». Anche perché sulla votazione le associazioni dei consumatori vanno all'attacco e chiedono alla GdF di verificare le utenze di provenienza dei primi tre classificati e, in particolare, se siano collegate ad agenzie specializzate nella gestione di pacchetti e se queste abbiano legami con gli artisti in gara.
«Rifletteremo - replica Mazza - ma va ricordato che la grande partecipazione del pubblico è in parte dovuta anche alla possibilità di partecipare che offre il televoto e, dunque, alla curiosità sull'esito finale». E il direttore artistico Gianmarco Mazzi: «Sono contrario al televoto. In apparenza è il sistema più democratico e giusto, in realtà rischia di favorire artisti in alcune zone del paese».
Ha lasciato il segno anche il minital organizzato da Maurizio Costanzo con i tre operai Fiat di Termini Imerese, con l'intervento - contrastato dal pubblico in sala - del segretario Pd Bersani e - meno - del ministro dello sviluppo economico Scajola. «Dare una visibilità così ampia a quegli operai - dice Mazza - è stata una scelta editoriale che rivendico. Se si vuole leggere come violazione della par condicio va detto che è avvenuta in virtù del buon senso che deve riguardare l'applicazione della legge». Dal fronte Pdl, Giancarlo Mazzucca parla di «violazione gravissima» e di «strumentalizzazione politica» e prepara interrogazione parlamentare. Maurizio Costanzo tira dritto, forte del 64 e dei tredici milioni di spettatori che hanno seguito quel segmento: «In quelle circostanze, una parola in più e rovini tutto.
In ogni caso - spiega Costanzo - metterei le mani in faccia a chi non voleva quei tre operai sul palco e contestava. Sono pronto a sfidarlo, se vuole un appuntamento dietro alla chiesa delle Carmelitane Scalze». Resta quel dato massiccio. Non solo un numero, ma un sensore del paese, della sua temperatura emotiva che ha trovato una figura simbolica in Antonella Clerici. Il rito purificatore, odiato e amato, del Festival continua.