San Marino da ‘paradiso fiscale’ a ‘paradiso delle regole’
Notizia pubblicata il 08 ottobre 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Intanto è quasi pronta la lista bianca dell’Agenzia delle Entrate con i Paesi da cui non è obbligatorio il rimpatrio dei patrimoni. Anche se uscito dalla lista grigia dell’Ocse dopo aver firmato 12 accordi che prevedono lo scambio di informazioni, per San Marino il cammino per affrancarsi dal marchio di ‘Paradiso fiscale’ è ancora lungo. Il livello di guardia della comunità internazionale è molto alto tanto che per la prossima riunione dei ministri delle Finanze del G20, che si terrà in Scozia il 6 e 7 novembre, verrà presa in esame una lista (nera), chiamata ironicamente “lista dei Paradisi delle regole”.
Un elenco di amministrazioni che sebbene abbiano sottoscritto gli accordi Ocse, non hanno adeguato la loro legislazione in base alle indicazioni emanate dal G20 stesso. A stilare la lista è stato chiamato il Financial Stability Board (Fsb) presieduto da Mario Draghi, che svolgerà anche una funzione di monitoraggio costante e di definizione di precise sanzioni per chi non si adegua. “Nello stesso modo in cui abbiamo combattuto i paradisi fiscali, altrettanto vogliamo fare nei confronti dei paradisi della regolamentazione", ha affermato Alistair Darling, Cancelliere dello Scacchiere britannico.
In questo caso l’obiettivo specifico è quello della stabilità finanziaria dei mercati, argomento che sta particolarmente a cuore al Governatore di Banca d’Italia, ma Darling si riferisce anche alle problematiche prodotte da società finanziarie o mercantili che operano comprendosi dietro il velo della segretezza. Contemporaneamente alla lista nera dell’Fsb, se ne sta completando un’altra forse ancor più importante. Si tratta di quella in via di completamento da parte dell’Agenzia delle Entrate e riguarda esplicitamente i Paesi che l’Italia considera collaborativi a tutti gli effetti.
Tale lista (bianca) verrà pubblicata in contemporanea alla versione finale della ormai famosa circolare che traccerà le regole definitive per l’adesione allo Scudo fiscale. Nei Paesi compresi in tale lista sarà possibile regolarizzare i capitali detenuti dagli italiani senza dover sottostare all’obbligo del rimpatrio. Ovviamente San Marino potrà aspirarvi solo nel caso si riesca a firmare l’accordo contro le doppie imposizioni, e tale condizione pare essere il freno che allontana il giorno della firma. Due liste quindi quella nera dell’Fsb e quella bianca dell’Agenzia delle Entrate che risulteranno di grande importanza per la nuova collocazione della Repubblica di San Marino sullo scenario internazionale.
Intanto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, difendendo al meeting del Fondo monetario internazionale a Istanbul le scelte dell’Italia nella lotta ai paradisi fiscali, ha detto che l’Italia sta
“verificando il modello proposto dall’Ocse”, ma senza sottointendere lacune, ha continuato affermando come la legislazione che prevede l’inversione dell’onere della prova e lo svuotamento
forzato dei paradisi fiscali attraverso lo Scudo, sia la strada maestra per conseguire risultati concreti. Come dire: ciò che sta facendo l’Italia avrà effetti superiori rispetto al pur significativo risultato che sta ottenendo l’Ocse con gli accordi sullo scambio di informazioni.