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Aeroporto Cervia e Ravenna scaricano il Ridolfi Senza voli con l'estero i comuni usciranno da 'Promozione e turismo'

Notizia pubblicata il 05 agosto 2008



Categoria notizia : Turismo


RAVENNA e Cervia voltano le spalle al Ridolfi. I comuni della costa sono intenzionati ad abbandonare «Promozione e Turismo», società  nata per lanciare commercialmente l'aeroporto di Forlì. E' il primo effetto della decisione di Ryanair di trasferire i voli internazionali da Forlì a Bologna.

«Un danno immediato per l'area ravennate, perchè vanno in fumo gli investimenti effettuati dagli enti locali per favorire lo sviluppo in chiave turistica dei collegamenti europei su Forlì», dice Andrea Corsini, assessore al turismo del Comune di Ravenna.

QUALE SARà€ il futuro del Ridolfi senza i voli internazionali della più importante compagnia low cost? L'accordo con Ryanair, che porterà  al Ridolfi una base operativa e rafforzerà  le tratte nazionali (annunciati sei nuovi voli col Sud e le isole) a caldo é stato salutato in modo molto positivo dalla Seaf e dagli enti locali. Un ottimismo forse eccessivo, a giudicare delle valutazioni che provengono dal mondo economico.

«La base Ryanair con i voli internazionali avrebbe fatto molto comodo, quindi non si può dire che tutto va bene - sostiene Alberto Zambianchi, direttore di Confindustria Forlì-Cesena - . Ora bisogna rimboccarsi le maniche e agganciare altri vettori. Non é il caso di nutrire illusioni sul mercato del trasporto merci, semmai occorre sviluppare progetti connessi col polo aeronautico e la facoltà  di Ingegneria aerospaziale».

IL FATTO che un aereo targato Ryanair sarà  sempre in partenza o in arrivo al Ridolfi rassicura solo fino a un certo punto. «E' opportuno operare subito per ripristinare le rotte internazionali con altri vettori low cost, in un quadro di integrazione con Bologna e Rimini», dice Tiziano Alessandrini, neo presidente della Camera di commercio.

«Parliamoci chiaro: se si volerà  tutto l'anno con Roma, Palermo, Napoli e la Sardegna é un conto, ma se resta Lamezia Terme e poco altro bisognerà  rivedere tutti i ragionamenti sul Ridolfi - incalza Giancarlo Corzani, segretario della Confesercenti - . Un primo contraccolpo negativo del venir meno delle tratte europee é evidente, per gli alberghi dove si fermavano a dormire i passeggeri che atterravano al Ridolfi troppo tardi per ripartire verso altri posti».

E' difficile immaginare che uno scalo possa avere un futuro di crescita (e di conti in ordine) solo con rotte nostrane. «I collegamenti con l'Europa sono fondamentale - dice Giancarlo Paganelli, vice presidente di 'Promozione e Turismo' - . I tedeschi in riviera sono sempre meno e stiamo facendo molti sforzi per attirare scandinavi, olandesi e inglesi. Credo che la Seaf stia facendo tutto il possibile per assicurarsi al più presto queste o altre rotte simili con un'altra low cost».

IL PROBLEMA però non si esaurisce qui. I limiti del Ridolfi hanno un altro nome: servizi ai passeggeri, trasporti e infrastrutture. Tutto carente, non all'altezza di uno scalo europeo, nemmeno di secondo piano. Basta salire su uno qualunque degli aerei in partenza da Forlì, scendere in Germania, Spagna o Gran Bretagna e si vede subito il divario. «Sono insufficienze che balzano all'occhio», concorda Corzani. E Alessandrini invoca un gioco di squadra di tutte le istituzioni romagnole per investire nelle infrastrutture.

RYANAIR dice di stanziare 70 milioni di euro nel Ridolfi. Ma i banchi del check in, il terminal degli arrivi e delle partenze, la ristorazione, i parcheggi, i collegamenti con il territorio, sono campi che esulano dall'intervento della compagnia aerea. Servono investimenti milionari, trasporti efficienti e funzionali, un marketing accattivante, proposte che invitano gli stranieri di passaggio a fermarsi qualche giorno e non a utilizzare il Ridolfi come semplice ponte di passaggio verso altre destinazioni.

http://www.flickr.com/photos/wetwater