L’impianto Romagna Compost imita la digestione di una mucca

E chi l’avrebbe mai detto che il processo di masticazione e digestione di una mucca, potrebbe essere alla base di una tecnologia avanzata che sfrutta la fermentazione a secco (batch dry fermentation) che trasforma rifiuti organici in gas ed elettricità? Questo è diventato realtà in Italia, grazie all’impianto di Romagna Compost sito a San Carlo di Cesena, potenziato e rinnovato alcuni mesi fa per un investimento di 7,5 milioni di euro.

L’impianto produce ogni anno 8.000 tonnellate di compost biologico, 8.000 Mwh di energia elettrica (il 10% di energia per consumi domestici utilizzata dai cittadini di Cesena) e smaltisce senza cattivi odori 40.000 tonnellate di rifiuti organici. Secondo il progetto, quando l’impianto sarà a regime saranno smaltite più di 770.000 tonnellate di rifiuti, che produrranno 200 Gwh di energia elettrica, 115.000 tonnellate di fertilizzanti e risparimierà l’emissione di 210.000 tonnellate di CO2. Uno ‘stomaco’ potente, dove vengono smaltiti principalmente i rifiuti organici raccolti nella differenziata, rifiuti delle attività zootecniche, di industrie conserviere e ortofrutticole, di scarti lignocellulosici e di manutenzione del verde. Dopo essere stati triturati, i rifiuti vengono messi per circa 30 giorni in un ‘garage’ lungo 18 metri largo 10 e alto 5, ad una temperatura di 37°C. Come succede nello stomaco delle mucche, viene prodotto biogas a base di metano che viene utilizzato per produrre energia rinnovabile e alla fine dei 30 giorni il materiale può essere utilizzato come fertilizzante in agricoltura o terriccio per vasi. I batteri utilizzati riescono a neutralizzare anche i cattivi odori, fattore molto importante. Romagna Compost srl, è controllata da Hera spa per il 60% e per il 40% da aziende del settore agricolo e agroalimentare cesenate: Orogel, Amadori, Sfir, Formula Servizi, Cac e il Consorzio Agrario di Forlì-Cesena e Rimini.