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Apre la stagione San Marino Teatro: Roberto Herlitzka in Elisabetta II

Notizia pubblicata il 04 novembre 2009



Categoria notizia : Spettacoli


Apre alla grande la stagione San Marino Teatro. L’appuntamento è per giovedì 5 novembre al Nuovo di Dogana con Roberto Herlitzka in Elisabetta II di Thomas Bernhard per la regia di Teresa Pedroni. Pièce scritta nel 1987 mai rappresentata in Italia arriva sul Titano per questa stagione curata dall’Ufficio Attività Sociali e Culturali che propone una serie di spettacoli ( 20 nei due cartelloni al Titano e al Nuovo ) tutti da non perdere.

Ironico , terribile testo di Thomas Bernhard per la regia di Teresa Pedroni

La scelta di un attore come Roberto Herlitzka, massimo virtuoso della parola, e già interprete con successo di altre opere di Thomas Bernhard, sembra particolarmente preziosa e interessante per la realizzazione di un testo carico d’ironia trasgressiva e dissacrante nei confronti del mondo e dei potenti.
In Elisabetta II uno scontroso industriale incattivito dalla vecchiaia, inchiodato su una sedia a rotelle, si prepara a ricevere nel suo appartamento di un elegante palazzo gli invitati di suo nipote venuti ad acclamare dal suo balcone la regina d’Inghilterra in visita a Vienna. Nel finale della pièce Berhard ci riserva una macabra sorpresa. Una specie di “Finale di partita” di beckettiana memoria ambientato in un’atmosfera con valenze metafisiche attraversata da momenti che suscitano forte ilarità.
La Regina non arriverà a presentarsi nella pièce dell’ultimo Thomas Bernhardt. Ciò che effettivamente accade sulla scena è veramente poca cosa: Herrenstein attende. La vera trama non è intessuta dalle azioni ma dalle parole dell’industriale che conducono l’attenzione dello spettatore. Solo in quest’ultimo luogo si sedimentano tutti i contenuti e le forme del genio di Thomas Bernhardt: un’ironia trasgressiva e dissacrante articola il discorrere del vecchio inacidito dall’età avanzata, attraverso universi dominati da aspettative di morte, foschie, sporcizia e grigiore.
Tuttavia non è del tutto vero che proprio nulla accade. Un espediente teatrale recide di colpo e brutalmente il fiume di parole inquinato dell’espressionismo della sfilata degli invitati e conclude, come unico “accaduto” sorprendente l’esistenza dell’opera. Su tutto questo agisce la regia di Teresa Pedroni a cui la drammaturgia non può che lasciare uno spazio esiguo. Qui, come spesso accade per le norme architettoniche, piccoli spazi permettono di esprimere al meglio le proprie capacità creative rivolgendole all’efficienza.
La regista sceglie di intervenire sulla parola con le azioni. Il mezzo principale dell’articolarsi dei discorsi dello scorbutico industriale in un percorso disegnato sulla scena è il binomio maggiordomo- sedia a rotelle. Lo spostarsi, l’arrestarsi, l’accelerare il passo della marcia dei due sulla scena danno il ritmo al flusso unidirezionale della parola. Gli interventi significativi della figura del maggiordomo, d’altra parte, sono rilasciati al non verbale. Sottolineano i moti d’ira di Richard e le sue speranze - ciò accade due volte in tutto lo spettacolo - l’uso sapiente delle luci e della scenografia.
In questo senso Luigi Ascione (luci) e Alessandro Chiti (scene) hanno buon gioco nel dare la parte di merito a colui che permette l’esistenza in scena di Herrenstein. In ultima istanza i costumi di Roberto Posse e Nathalie Von Teufenstein assieme alle musiche di Arturo Annecchino non posso che limitarsi ad enfatizzare e dare forza ai ruoli assegnati ai personaggi dal parlato. Il lavoro di Teresa Pedroni mostra tutta la sua forza nell’enfatizzazione dei ruoli secondari a supporto dell’unico principe della scena: Roberto Herlitzka.
Info e prenotazioni sl sito www.sanmarinoteatro.sm