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Rimini Seconda Città Più Povera D'Italia
Notizia pubblicata il 27 agosto 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
RIMINI E’ LA SECONDA CITTA’ PIU’ POVERA D’ITALIA STANDO ALLE CIFRE UFFICIALI. Un riminese su quattro è alla fame. Il sorprendente esito di una indagine statistica: ma più della miseria contano ‘nero’ ed evasori
POVERI ma belli, verrebbe da dire... Se non fosse che qui la faccenda è seria: Rimini è al secondo posto per rischio povertà, secondo le indagini del Centro studi Sintesi di Mestre, che ha stilato la speciale classifica delle città a rischio indigenza sulla base dei redditi (dichiarati, s’intende) e del costo della vita. I dati, diffusi ieri, non lascerebbero spazio a dubbi. Dopo Villacidro, comune di sole 14mila anime, capoluogo della nuova provincia sarda di Medio Campidano, dove il 32,2% dei contribuenti ha un reddito inferiore alla soglia di povertà, ecco spuntare Rimini, dove almeno il 26,3% delle persone vive in una condizione economica critica. Insomma, un riminese su quattroo (l’indagine fa riferimento ai redditil 2006) e al costo della vita a Rimini, si trova a rischio povertà...
L’INDAGINE elaborata da Sintesi prende in esame le dichiarazioni dei redditi, e la spesa media per la vita in ogni singolo comune capoluogo. Quest’ultimo si basa sull’indagine Istat del 2008 su I consumi delle famiglie, e anche in questo caso i dati si riferiscono al 2006. La ricerca di Sintesi insomma ha un approccio scientifico, con dati presi sul ‘campo’: calcola, sulla base di redditi e spesa media, la soglia di povertà locale, cioè il reddito sotto al quale, in ogni comune, si è a rischio povertà. Anche per Rimini dunque, che non è l’unica realtà romagnola nella top ten delle ‘città povere’ (al sesto posto Cesena) è stato preso in esame il reddito medio, che nel 2006 è stato di 20.218 euro, e la spesa media mensile per ogni famiglia, che è stata di 1410 euro. E qui due dati balzano subito all’occhio: il reddito medio riminese è ben lontano da quello di tutte le altre località dell’Emilia Romagna, a partire da Bologna (26675 euro), Ferrara (22.348), per non parlare di Parma (25.777). I redditi dei riminesi sono i più bassi della regione, e risultato anche tra i più miseri in Italia, dove invece il reddito medio del 2006 ammontava a 24.593 euro. Non solo: il 18,1% tra i contribuenti riminesi ha dichiarato, nel 2006, un reddito inferiore a 10mila euro. Secondo il Centro studi Sintesi "sulla situazione di Rimini ha un peso rilevante il turismo e la presenza di tanti lavoratori stagionali, quindi con redditi tendenzialmente più bassi".
STIPENDI inferiori (mettendo nel conto anche ‘nero’ ed evasione) ma costo della vita nettamente superiore. Nel 2006 la spesa media mensile per le famiglie riminesi è stata di 1.410 euro, tra le più alte in Italia: solo a Cesena (1436) si è speso di più. E che in effetti il costo della vita sia elevato, nel Riminese, l’ha dimostrato anche il forte aumento dell’inflazione, salita nel 2008 al 3,6%, contro la media nazionale di 3,2%. Da qui la conclusione di Sintesi: a Rimini sotto i 12015 euro di reddito si è poveri. Una condizione che riguarda un quarto dei riminesi, il 26,3% appunto. Ma siamo veramente così poveri? Secondo il segretario di Cgil, Graziano Urbinati, assolutamente no. "Certi redditi, come i 5mila euro dichiarati da alcuni bagnini nel 2006, qualche dubbio lo mettono. A Rimini c’è certamente un alto tasso d’evasione fiscale, in tutte le categorie — osserva Urbinati — Ma l’altra piaga da combattere, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, è il lavoro nero. Gli stipendi dichiarati sono in molti casi così bassi, perché parte del lavoro viene pagata in nero. E anche questo è un fenomeno da combattere, come l’evasione".