
Un grande futuro, ma la strada é in salita. Invecchiamento e infrastrutture incombono
Notizia pubblicata il 19 aprile 2008
Categoria notizia : Fatti Curiosi
RIMINI può davvero diventare la Venezia del terzo millennio. La nuova porta dell'Emilia Romagna e dell'Adriatico, sempre più capitale dell'accoglienza, crocevia dei turismi e delle tendenze. Ma per farlo sarà fondamentale, nei prossimi anni, migliorare la qualità della vita, offrire maggiori (e meno precarie) opportunità di lavoro ed eliminare il lavoro nero e l'abusivismo.
E' la sfida, difficile e suggestiva, che lancia il Censis alla vigilia dell'avvio dei lavori del nuovo Piano strategico di Rimini. Un documento che dovrà dare il 'volto' alla Rimiti dei prossimi 15, 20 anni. Proprio per questo il Comune ha affidato al noto centro studi il compito di fornire una 'fotografia' di come Rimini si presenta oggi.
E IL RITRATTO che traccia il Censis é quello di una città e di
un territorio in costante fermento, dalle potenzialità enormi, ma al contempo afflitto da problemi e questioni che devono essere affrontate al più presto. Primo fra tutti l'invecchiamento progressivo della popolazione. Osserva il Censis come «i dati demografici dell'ultimo decennio, pur positivi, dimostrano nel complesso come la popolazione di Rimini, senza i flussi migratori consistenti degli ultimi 5 anni, sarebbe diminuita».
Il trend, é vero, sta cambiando, ma é un fatto che senza immigrati i riminesi sarebbero diminuiti. Non meno significativo é il progressivo invecchiamento della popolazione. Per questo «il numero degli anziani - annota il Censis - creerà nuove esigenze per il welfare». Esigenze di cui dovrà farsi carico soprattutto l'amministrazione, visto che aumenterà il numero degli anziani soli.
L'invecchiamento avrà effetti pure sull'economia: «Rimini é una città che vive di scambi, relazioni, servizi: avere una popolazione occupata di età media avanzata può dare problemi, perchè si rischia di non capire dove va il mercato».
IL LAVORO é uno degli altri temi affrontati dal Censis. Se é vero che Rimini ha recuperato terreno, passando dal tasso di disoccupazione dell'8,4% nel 1995, al 4,2% del 2006, il lavoro atipico é ancora decisamente elevato. Riguarda il 28% degli occupati, e anche se «non deve stupire in una realtà con una forte economia stagionale come Rimini», é importante, continua il Censis, che Rimini dia maggiori prospettive, in particolare ai giovani. Oltre al lavoro atipico, si deve assolutamente mettere fine al fenomeno del «lavoro nero. Le indagini dell'ispettorato del lavoro dimostrano che Rimini spicca in regione per violazioni alle normative».
L'ECONOMIA si presenta in ogni caso in salute. A Rimini, continua il Censis, ci sono ben 6,5 imprese per ogni 100 residenti (terzo posto assoluto in Italia, soltanto Milano e Prato ci superano) e una forte presenza di extracomunitari tra gli occupati (il 14,7%). Turismo e accoglienza restano le eccellenze, ma secondo il centro studi Rimini ha avuto un grande merito: «non si é offerta in pasto ai turisti, ma li ha guidati verso ciò che sentiva di offrire». Così se da un lato, é calato il turismo balneare, dall'altro si sono create nuove importanti opportunità con «la fiera, il Palacongressi, i locali, i parchi tematici, i centri commerciali». E' stata e sarà questa capacità di reinventarsi la vera forza dei riminesi. «Rimini può diventare la città portale della regione, e dell'Italia». A patto di migliorare la qualità della vita, a partire dalle infrastrutture.
(foto di http://www.flickr.com/photos/dmarz55)