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Rimini In Testa Nella Corsa Alla Liquidità

Notizia pubblicata il 16 novembre 2009



Categoria notizia : Cultura


Le formiche abitano in Emilia-Romagna. Nell'Italia che risponde all'incertezza dell'economia convogliando i risparmi nei depositi bancari si mette in luce la provincia di Rimini

È qui che nei dodici mesi conclusi ad agosto 2009 si registra il maggior ricorso a questo strumento: le consistenze sono aumentate del 17,2%. L'aumento è stato progressivo fino a raggiungere un livello medio di oltre 30mila euro. Una situazione che Alberto Martini, direttore generale della Carim (Cassa di Risparmio di Rimini), 80mila clienti nella provincia, vive ogni giorno con i propri occhi. «Le famiglie riminesi - racconta - hanno visto venir meno parte del loro reddito, alcune hanno perso il lavoro e sono diventate ancora più parsimoniose, tanto che a fine settembre la nostra raccolta diretta complessiva è cresciuta del 14%». Sullo sfondo le difficoltà delle aziende locali, dalla meccanica al manifatturiero, passando per il tessile e l'abbigliamento, che registrano cali consistenti del fatturato, e il ricorso alla Cig che a settembre ha riguardato oltre 2mila lavoratori. Unica nota positiva la stagione turistica estiva, che ha confermato i livelli dell'anno precedente.
La capitale della Riviera è in buona compagnia. Nei primi dieci posti della classifica compaiono altre quattro province emiliano-romagnole: Parma guadagna la medaglia di bronzo, Ferrara è quarta, Ravenna settima e Bologna ottava. Più complesso spiegare l'evoluzione dei depositi nella provincia dell'Aquila: le consistenze sono aumentate di oltre il 16% nei 12 mesi e del 9,5% da gennaio ad agosto. L'evento del terremoto può aver consigliato un pronto utilizzo delle disponibilità. In coda negli ultimi otto posti ben sette province sarde, con Olbia-Tempio che segna un calo del 22,3%. I depositi sono in flessione anche a Brescia (-6,3%) e, in misura più consistente a Reggio Emilia (-14,9%). A segnare il tasso di crescita più elevato (8,6%) è il nord-est.
«In questo momento di crisi - spiega Luigi Campiglio, prorettore e ordinario di politica economica all'Università Cattolica - il risparmio delle famiglie è una forma di welfare privato, che protegge di fronte ai timori improvvisi. Lo si rende più liquido e disponibile in caso di necessità. Questo è visibile dove il tasso di crescita è positivo. Il segno meno potrebbe invece significare che si sta verificando un'erosione del risparmio: la crisi ha già presentato il conto e il gruzzolo è già stato utilizzato per la sopravvivenza».
Le banche hanno intercettato la nuova esigenza dei risparmiatori e hanno proposto soluzioni convenienti. «In questo nuovo scenario - conclude Campiglio - non è un caso il moltiplicarsi di conti deposito e online». Parallelamente «si è rafforzato il legame con il territorio», gli fa eco Antonio Patuelli, vicepresidente dell'Acri, l'associazione delle casse di risparmio. «Insieme alla paura, la crisi ha portato un maggiore senso di responsabilità e a una minore ricerca dei guadagni facili. Le famiglie hanno compreso che la liquidità è un bene sempre più prezioso e questo sicuramente ha migliorato il rapporto con gli istituti di credito».

foto by: http://www.flickr.com/photos/cesare_photos/