La storia travagliata del Rimini calcio
Notizia pubblicata il 13 giugno 2011
Categoria notizia : Sport
Durante la peggiore estate calcistica vissuta a Rimini è nato l’A.C. Rimini 1912. Ripartire da zero è costato al presidente Biagio Amati circa 1milione e mezzo di euro, tra cui 400mila per iscrizione e materiali acquistati dalla Cocif, mentre 600mila per un settore giovanile che era cresciuto fino a poter competere con i migliori vivai italiani. Il calcio biancorosso è ‘risuscitato’ a discapito della categoria, una misera serie D. Nonostante tutto, i tifosi hanno risposto con entusiasimo e sono stati realizzati ben 1.422 abbonamenti.
Nel frattempo è nato anche il Real Rimini grazie all’imprenditore Danilo Pretelli che ha trasferito la matricola del vecchio Riccione, portandola in terra riminese. Un progetto costato migliaia di euro che però non ha riscosso i risultati sperati considerando i numeri del botteghino.
Queste le ultime vicende del calcio riminese che è entrato in crisi il 21 maggio del 2007, data in cui l’impegno professionale ed economico di Vincenzo Bellavista, hanno smesso di esistere. Il mecenate e la sua società di piazzale del popolo avevano collezionato risultati molto importanti che poi si sono interrotti con la discesa in LegaPro e la chiusura con rinuncia al titolo sportivo.
Il problema di base è sempre lo stesso: gli imprenditori locali e l’amministrazione non danno investimenti concreti. Ed è per questo che il look attuale è lo stesso degli anni Trenta. La Cocif si è arresa, ora è tutto nelle mani di Amati.