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Il Giorno del ricordo Guido Pasolini compie oggi sei anni

Notizia pubblicata il 10 febbraio 2010



Categoria notizia : Cultura


Con la testa spaccata la nostra testa, tesoro umile della famiglia grossa testa di secondogenito, mio fratello riprende il sanguinoso sonno, solo, tra le foglie secche e i caldi fieni di un bosco delle Prealpi nel dolore e la pace di un'interminabile domenica ». Vittoria. Una domenica senza tramonto. Su questa la Vittoria di Guido Pasolini. Gli spaccarono la testa a vent'anni, più tardi il fratello Pierpaolo scrisse la sua Vittoria e la mise, tragico epitaffio, in Poesia in forza di rosa.

GUIDO Pasolini morì nell'eccidio di Porzus, sulle montagne friulane. Una delle pagine più nere della Resistenza, scritta da Mario Toffanin, professione infoibatore, comandante dei Gap, graziato da Pertini. Ordinò ed esegue il massacro di ventidue partigiani bianchi lui era tra i garibaldini rossi della Brigata soppo, rei di opporsi all'annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia del comunista Tito, che in quelle cavità chiamate foibe gettò migliaia di italiani.

Ma forse aveva ragione Eric Hobsbawm quando ne il secolo breve scriveva che il compito degli storici «ricordare ciò che gli altri dimenticano» per il Novecento è più arduo che mai. Specie se studiosi come Joze Pirjevec (autore di Foibe recentemente pubblicato da Einaudi hanno riacceso in questi giorni polemiche, non soltanto accademiche, che parevano sopite, facendosi alfiere di un non celato giustificazionismo rosso su Porzus, le foibe, l'esodo istriano.

E poco importa se Walter Veltroni nella prefazione al libro di Jan Bernas Ci chiamavano no fascisti Eravamo italiani appena uscito per i tipi di Mursia scrive: «Quello che portò alla tragedia delle foibe fu un odio alimentato dall'ideologia comunista E non c'è niente, né un se, né un ma né un ma anche, aggiungiamo noi che possa far dimenticare il modo orribile in cui questo avvenne».

A sei anni dall'istituzione della Giornata del ricordo (10 febbraio) che segue di pochi giorni quella della Memoria della Shoah, quale memoria storica ha il Paese degli orrori titini «Credo che gli italiani - dice lo storico Nicola Tranfaglia - siano partecipi in ugual misura dell'una e dell'altra ricorrenza. Il traguardo della memoria condivisa non è lontano ». Anche il parlamentare liberale Paolo Guzzanti ha fiducia che la ricorrenza di oggi «consolidi il ricordo terribile delle foibe per decenni cancellato dalla storia - concetto ribadito ieri anche dal ministro della Difesa Ignazio La Russa - affinché arrivi al cuore e alla mente anche, perché no, grazie alla tv e ai libri che rievocano quei tragici fatti».

Nell'agone tra negazionismi di sinistra e revisionismi di destra chi rischia di soccombere, come al solito, è la verità storica: «Sono da sempre contrario ad ogni ricorrenza eo celebrazione - spiega il revisionista dichiarato Giampaolo Pansa - ma devo riconoscere che il Giorno del ricordo qualche risultato l'ha prodotto. Se non altro nei libri di storia alla voce foiba non c'è più scritto soltanto cavità carsica di origine naturale con ingresso a strapiombo . C'è scritto pure chi ci finì dentro e perché».