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Il consiglio provinciale di Pesaro Urbino chiede fondi per il passaggio della Valmarecchia in Romagna
Notizia pubblicata il 17 novembre 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Secessione, serve un fondo straordinario: Il Consiglio provinciale chiede risorse al Governo per gestire il passaggio della Valmarecchia in Romagna.
PESARO. «Il Centro Italia ormai lavora unito, è stretto il rapporto che ci lega, a maggior ragione gestiremo insieme, tra Province di confine, il passaggio della Valmarecchia in Romagna».
Di ritorno dalla manifestazione di Perugia al fianco degli agricoltori piegati dalla crisi economica in tutte le regioni centrali, il presidente di viale Gramsci Matteo Ricci allarga il punto di vista e schiude gli orizzonti della discussione. In Consiglio provinciale, martedì mattina, in primo piano c’è la secessione riminese dei sette comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello. Si tratta di definire le linee guida per organizzare il “trasloco” di risorse, beni, servizi. E nell’intervento di apertura di Matteo Ricci la “Questione Centro Italia”, uno dei motori della sua attività amministrativa, diventa metodo di lavoro. Anche per la vicina Valmarecchia.
«In attesa dell’esito del ricorso presentato dalla Regione Marche alla Corte costituzionale - ha sottolineato il presidente delle Provincia -, collaboreremo tra amministratori di confine nell’interesse dei cittadini affinché la legge della secessione, che sento come una ferita istituzionale, provochi meno danni possibile ai nostri territori uniti dalla comune appartenenza al Centro Italia, la cerniera del Paese che non divide, ma tiene insieme l’Italia».
Quindi la gestione, appunto, ma soprattutto i costi: «Nessuno è in grado di pagare un onere così alto, che secondo alcune stime potrebbe ammontare ad alcuni milioni di euro - ha messo in chiaro Matteo Ricci -, e non è giusto che la spesa ricada sulle nostre popolazioni, specie in questo difficile momento di crisi economica. Quindi ribadisco la necessità di chiedere al Governo un fondo straordinario per gestire il passaggio».
Esigenza che Matteo Ricci ha poi ribadito al sottosegretario del ministero dell’Interno Michelino Davico, incontrato a Montegrimano qualche ora dopo al vertice sui presìdi di vigili del fuoco e polizia in Valmarecchia.
In Consiglio provinciale, nel frattempo, il capogruppo del Pd Domenico Papi aveva presentato un ordine del giorno, sul quale è poi confluita l’intera maggioranza, che in 13 punti stabilisce le linee guida per il transito della Valmarecchia in Romagna. Modi e tempi, da condividere attraverso protocolli d’intesa con la Provincia di Rimini, per il trasferimento delle competenze, dei servizi, dei beni immobili demaniali e patrimoniali, degli atti e degli affari pendenti. E, in conclusione, la “richiesta al Governo di un fondo straordinario a sostegno degli oneri conseguenti al passaggio territoriale”.
Di tutt’altro avviso la minoranza. Il capogruppo del Pdl Antonio Baldelli ha dichiarato che «i costi di gestione non possono essere scaricati sul Governo nazionale, ma devono essere coperti dalle Regioni Marche ed Emilia Romagna». Ha quindi chiesto di convocare un Consiglio provinciale nelle zone di Valmarecchia e Valconca per «ascoltare i problemi di quelle popolazioni di confine». Convinzione sintetizzata nell’ordine del giorno presentato poi dall’opposizione.
In qualità di consigliere provinciale con delega alla Valmarecchia, Gabriele Berardi (Pd) ha ripercorso le tappe della vicenda sottolineando che “la Provincia non ha mai ostacolato il passaggio dei sette comuni in Romagna e non è stata danneggiata dal voto”. Quindi la richiesta di emendare il documento di maggioranza stralciando il passaggio sui mutui legato alla “possibilità di ottenere il rimborso di investimenti effettuati con risorse proprie nell’ultimo quinquennio”.
Il verdetto finale, dopo circa tre ore di discussione, ha dato il via libera all’odg di maggioranza con 17 sì, compreso quello di Marcello Mei dell’Udc, mentre l’intera minoranza non ha preso parte alla votazione uscendo simbolicamente dall’aula («non condividiamo i metodi di presentazione del documento» ha spiegato Baldelli). Bocciato invece l’odg di Pdl-Lega-Udc con 13 no della maggioranza, 11 voti a favore dell’opposizione e l’astensione dei consiglieri di maggioranza Salvatore Vergari, Renzo Savelli e Giuseppe Magnanelli.