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Riapre la sala di Fellini

Notizia pubblicata il 07 dicembre 2008



Categoria notizia : Turismo


RIMINI - La scala che collega l' atrio alla galleria ha un «andamento sinuoso», proprio come le forme della Gradisca. Nella platea le poltrone rosse e gli stucchi dorati rievocano le atmosfere di un cinema che Fellini ricorda come la «calda cloaca di ogni vizio».

Le tre vetrate che si affacciano sul corso d' Augusto ricalcano fedelmente il passaggio di chi si incantava davanti ai manifesti del film. Guardando il progetto della nuova Casa Federico Fellini sembra che il tempo si sia fermato: un ultimo ciac su quella scena di Amarcord dove la Gradisca - la popolana riminese con «i fianconi che parevano ruote di locomotive quando si muovevano», sogno proibito di Federico adolescente poi trasformato in icona di seduzione - si presentava al cinema Fulgor per vedere i film con Gary Cooper. Quell' antico cinematografo di inizio secolo, il mitico Fulgor, luogo di iniziazione del regista riminese, è sfuggito al saccheggio delle multisale. Con la firma dello scenografo Dante Ferretti e i disegni di ristrutturazione dell' architetto Annio Maria Matteini, il vecchio Fulgor farà parte di un nuovo complesso che comprende due sale di proiezione, il Museo Fellini, la Fondazione, la Cineteca. Una Casa Fellini nel segno della memoria. Progetto pronto, via ai lavori nel nuovo anno. «Un' atmosfera nostalgica, ma moderna», avverte Ferretti, Premio Oscar per The Aviator di Scorsese e Sweeney Todd di Tim Burton, chiamato per la prima volta nel '69 sul set di Satyricon e poi a fianco di Fellini per quindici anni, a dare tocchi immaginifici a La città delle donne, E la nave va, Ginger e Fred, La voce della luna. Proprio in questi giorni lo scenografo ha cominciato a disegnare la copertura dell' edificio, una sorta di tendaggio che avrà come sfondo uno schermo. «Mi ispirerò - continua l' artista - alle sale cinematografiche americane anni Trenta-Quaranta, con uno stile un po' decò ma morbido e avvolgente». Le due sale, dotate delle tecnologie più sofisticate, conserveranno però platea e galleria, la tenda-sipario davanti allo schermo, i lampadari e le luci modello Las Vegas. «Sarà un cinema felliniano», ride divertito Ferretti che vuole ricreare nello spettatore lo stesso stupore che provò Fellini bambino davanti alle scene di Maciste all' inferno. «Federico - continua - mi parlava spesso di questo cinema pieno di fumo, affollato di donne procaci, dove da ragazzi facevano le corse per passare dai posti popolari ai distinti progettando scherzi e sognando davanti alle storie di dive ed eroi». Già nel grande atrio di ingresso, che prevede un caffè in stile e un bookshop con oggetti di culto cinematografico, si dovrà respirare «un' aria da cinema sognato, per far volare la fantasia». Fellini aveva pensato di scrivere un film sul Fulgor per raccontare la storia di una generazione ai tempi del fascismo, poi ha preferito ricostruirlo a Cinecittà per mettere in scena i turbamenti di Bobo, uno dei tanti ragazzi che andavano al cinema per «sbirciare le cosce» delle donne rapite dalle immagini dei soldati in divisa da nordisti che cavalcavano sullo schermo. Non è stato facile salvare il Fulgor, una delle poche sale funzionanti nel centro storico di Rimini, dalla concorrenza dei centri commerciali che monopolizzano l' offerta cinematografica. «È un doveroso risarcimento della città al suo figlio più illustre - spiega l' architetto Matteini, studio a Milano ma origini riminesi - dopo le promesse mancate del regalo di una casa sul porto che il Comune fece a Fellini quando era ancora in vita: la nuova Casa Fellini ripaga quell' antica ferita di un dono mai fatto». Una Casa dove, all' ultimo piano, troveranno spazio la biblioteca con i libri che hanno ispirato la fantasia del Maestro e una sala lettura dove consultare l' archivio Fellini e visionare cd, video e bobine che raccontano quarant' anni di cinema.

photo by: http://www.flickr.com/photos/krancien/