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Cultura orfana di un teatro

Notizia pubblicata il 01 ottobre 2007



Categoria notizia : Cultura


G IANCARLO DINI, santasofiese, già  assessore alla cultura di S. Sofia, direttore artistico per conto di Dire Fare dei teatri di Galeata, Civitella e Predappio, lei é tra i firmatari della lettera indirizzata al sindaco di S.Sofia in cui un gruppo di operatori dell'informazione e della cultura chiede che il centro Pertini continui ad essere un luogo di cultura.

Ci spieghi meglio la sua posizione.

"Semplicemente penso che nel momento in cui si decide di trasformare in qualcos'altro uno spazio deputato fino ad ora ad attività  culturali sia importante fornire soluzioni alternative; penso che l'amministrazione possa farlo e credo che lo farà ".

Per professione lei ha contatti con numerosi artisti, amministratori, operatori culturali ed é stato assessore alla cultura di S.Sofia. Ci può dare un giudizio sullo stato delle iniziative culturali nell'Alto Bidente?
"Da operatore del settore e quindi non da ex assessore posso dire che alcune iniziative hanno ormai fama e notorietà  superiori ai confini locali, altre magari avrebbero bisogno di un po' di sostegno, pubblicizzazione e creazione di reti.

Se si parla di Alto Bidente balza agli occhi come una collaborazione tra realtà  vicine possa dare maggiore visibilità  anche esterna, perchè promuovere un intero territorio é più facile che promuovere un luogo singolo, però bisogna stare attenti evitando il guazzabuglio e la confusione.

Alcune iniziative (buskers in primis) sono straordinarie, altre come il Premio Sportilia hanno raggiunto ottimi livelli. Seconde me manca una programmazione minima nel cinema e nel teatro. Manca un luogo deputato al loro svolgimento".

A S. Sofia dal 1986 é chiuso il cinema teatro Mentore e ci sono obiettive difficoltà  a programmare un cartellone di iniziative da ottobre a maggio in mancanza di un luogo deputato e tutto si concentra in estate.

Che fare?

"Innanzitutto un teatro, una sala sono importantissimi nella creazione di un'identità  culturale, anzi di un'identità  senza bisogno di aggettivi. Q ualche tempo fa ho presentato alcune cifre direttamente al sindaco Flavio Foietta e direi che una gestione oculata potrebbe portare ad una programmazione dai costi inferiori a quella di cui si parla. Se si considerano tutte le realtà  attive nel paese noi avremmo già  una bella programmazione di eventi e aggiungere una programmazione cinematografica settimanale e una buona stagione teatrale a mio avviso non costa più di 50mila euro. Non dimentichiamo poi che S. Sofia si potrebbe porre come luogo ideale per allestire spettacoli come i debutti. Il modello Longiano lanciato da Pascucci nacque così".

Non sarebbe meglio specializzarsi sul modello delle feste medievali di Brisighella?

"Come dicevo sopra ci sono già  alcune peculiarità  (il Campigna, la musica); ora creare un circuito locale con i paesi vicini in cui S. Sofia si specializza nelle arti figurative o negli eventi musicali anche con contaminazioni con cinema e teatro penso sarebbe la soluzione ideale. Mi spiego meglio. Se ci fossero tre teatri (Civitella e Galeata già  ci sono) si potrebbe pensare ad un'unica grande stagione dove ogni paese segue una sua specificità . La proposta intelligente di ristrutturare il Mentore come auditorium va in questa direzione; potremmo avere un'unica stagione di 4 o 5 spettacoli per Comune vendibili anche per microabbonamenti dove ogni paese segue una sua specificità  risparmiando così un bel po' di risorse".

foto by Salmessina