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Giorni di luglio Noir metafisico

Notizia pubblicata il 27 febbraio 2009



Categoria notizia : Spettacoli


OTTO MESI di lavoro, minimo costo, attrezzature fatte in casa, due modeste videocamere: è nato così il film ‘Giorni di luglio’, ideato, scritto, diretto, interpretato e prodotto dal gruppo Mandra.

Il film, della durata di circa 30 minuti, ha come sottotitolo ‘Cose che (non) accadono’ ed ha origine dall’impegno del gruppo Mandra (i cui componenti si occupano di pittura, scultura e fotografia) verso la video-installazione.

Di qui, vista la comune passione per un tipo di cinema che non teme di deragliare dalla realtà, l’intenzione di unire la video art al cinema.

Il gruppo Mandra si è formato nel 2005 e ne fanno parte o Marcello di Camillo, Annachiara Mongello, Carlo Rivalta, Matteo Sbaragli, Matteo Lucca, Daniele Angelini e Jacopo Flamigni. Quest’ultimo è stato l’artefice dello slancio iniziale del film, ne ha ideato il soggetto e la sceneggiatura, inoltre ha curato, assieme a Matteo Sbaragli, montaggio e regia. Ambientato a Forlì e dintorni, ‘Giorni di luglio’ è un film in cui la parola è assente. Al suo posto parlano i gesti, le azioni degli interpreti (Daniele Angelini, Carlo Rivalta, Clio Casadei, Marcello di Camillo) e la musica.

LA STORIA è quella di Daniele, un giovane proiezionista di un cinema prossimo alla chiusura estiva, che si trova ed essere coinvolto in ‘un’avventura bizzarra e surreale, solitaria e nera’. Fra primi piani, obiettivi sui particolari, campi lunghi, dissolvenze e rigore espressivo, il film è aperto a varie interpretazioni. «Ciò che ci interessava - spiega Jacopo Flamigni — era creare un’atmosfera, una tensione e sospensione. Un lavoro che si basasse sull’impatto dell’immagine fine a se stessa e non sulla narrazione tradizionale».

La ‘prima’ del film è stata presentata al cinema San Luigi, poi il corto partirà per concorsi e forse arriverà al ‘San Biagio’ di Cesena. Poi non è escluso, in futuro, un altro ‘corto’. Come definire il film? «Un noir metafisico, anche perché non sappiamo cosa significa» conclude scherzosamente Jacopo.

foto by http://flickr.com/photos/30500215@N07/