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Reggenti di San Marino a colloquio da Silvio Berlusconi

Notizia pubblicata il 30 novembre 2009



Categoria notizia : Cultura


Cordialità, massima disponibilità al dialogo. Come una tempesta la Repubblica di San Marino arriva a Palazzo Chigi e fa chiarezza.

Pensatela come volete ma loro, lì con il presidente del consiglio italiano, c'erano. A incontrare Silvio Berlusconi, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il sottosegretario Gianni Letta, c'erano loro e non altri. E hanno nomi e cognomi: i due Capitani Reggenti, Stefano Palmieri e Francesco Mussoni, e il segretario di Stato agli Esteri Antonella Mularoni. E' lei a parlare di “nuovo corso” per la politica estera del Titano, forte anche del recente accordo finanziario firmato mercoledì scorso.
E a quanto pare, stando alle rassicurazioni del governo italiano, raccontate da Mularoni – l'intero incontro è avvenuto a porte chiuse, e la parte italiana non ha incontrato i cronisti - ci siamo. La voglia di collaborare sembra ci sia. Il muro contro muro, le piccole “crisi” di cui ogni tanto si parla in Repubblica, sembrano scomparse. Cambia anche il sistema sammarinese di visione del
“suo” mondo. Almeno, Mularoni così lo fa intendere, conversando con i giornalisti fuori da Palazzo Chigi, al termine del tu per tu con il premier italiano e con i suoi fedelissimi.
“Questo governo e questa maggioranza hanno deciso di no fare più cose che possano creare solo vantaggi a San Marino e svantaggi all'Italia”. In pratica, tradotto, si tratta di una politica di
'buon vicinato'. Non è una straordinaria invenzione sammarinese ma una prospettiva obbligata in un mondo sempre più globalizzato. Quindi, la parola d'ordine del governo è “collaborazione”. Ma ciò non significa essere proni al sistema, quanto invece avviare una attività di ascolto delle esigenze reciproche, sia dall'una sia dall'altra parte.
“E' un nuovo corso nella politica estera, ma non solo in questa. Siamo impegnati in una strada diversa rispetto al passato”, ha sottolineato parlando dell'operato del Governo. “Il colloquio (a Palazzo Chigi, ndr) è stato caratterizzato da una grande amicizia che è stata ribadita e che deve caratterizzare i nostri due Stati, con la disponibilità a risolvere i problemi che ci sono”, spiega il delegato agli Esteri. L'utilità di questo “tu per tu” con i vertici italiani? “E' stata quella di togliere le incomprensioni degli ultimi periodi – piega ancora Mularoni – mettendo sul tappeto le difficoltà reciproche” che poi prosegue dicendo che “al più presto” si terrà un nuovo incontro con l'Italia per cercare di “risolvere i problemi e di smussarli”.
Il segretario ha anche parlato dell'ultimo accordo da siglare. “L'accordo per togliere la doppia imposizione ancora non c'è. È stato definito sul piano tecnico prima dell'estate ma non è stato ratificato dai Parlamenti”, e si attende solo l'ok per la data da parte del ministero degli Esteri italiano. Qualcuno si sarebbe aspettato un incontro capace di definire già il giorno e l'ora della stipula. Ma così non è stato. Molto probabilmente non per incapacità da parte dell'una e dell'altra parte.
Tutt'altro. Si sentiva forse da tempo l'esigenza di un incontro squisitamente politico. Da una parte uno Stato, dall'altra l'altro. Tanto per far sentire il primato della politica e delle istituzioni che, in certi sensi e in certi ambiti, non guasta mai. Un rapporto, poi, che serve senza ombra di dubbio per dare un nuovo slancio ai tavoli tecnici, alle collaborazioni, alle volontà comuni di rispondere ai temi ancora irrisolti.
Ora, Berlusconi arriverà a San Marino? “Come già è già avvenuto nel corso del vertice della Fao, i Capitani Reggenti hanno rinnovato l'invito al presidente del Consiglio per una visita. Ci auguriamo che lo accolga”, ha annunciato Mularoni. E' lei poi a parlare ancora delle residenze e delle concessioni date agli italiani. “I numeri diffusi dai media sono spropositati”, dice parlando
dei giornali del Bel Paese ricordando come, tolti i coniugi o i figli di sammarinesi, questi, al termine dei controlli, potranno riassumersi in qualche centinaio. La questione, dunque, sarebbe
tutta comunicativa. Il piccolo sistema sammarinese si trova a dover rispondere contro un sistema mediatico molto più grande di lui. Un Davide contro Golia che è necessario ridefinire. “Tutti - dice - parlano male di noi e noi abbiamo pochi strumenti per riuscire a comunicare quello che facciamo ma ci stiamo attrezzando”. “Siamo un piccolo vaso di coccio”, dice citando Manzoni.
Parlando dello scudo fiscale, sottolinea come a San Marino ci sia “un momento di incertezza. I soldi continuano a uscire anche se non in termini preoccupanti. sono dati che immaginavamo.
Ci auguriamo che la scadenza del 15 dicembre dello scudo fiscale arrivi al più presto per riuscire a dare un po' di tranquillità al sistema”. Parlando del vicenda del gruppo bancario
Delta, il segretario di Stato rispondendo a una domanda dei cronisti ha auspicato che “la vicenda possa essere definita al più presto”.