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Un’eredità salverà la Sala del Bibiena

Notizia pubblicata il 23 aprile 2009



Categoria notizia : Fatti Curiosi


NUOVO look per la sala del consiglio comunale, detta Sala del Bibiena o anche Sala dei Fasti, nel palazzo comunale di piazza Saffi.

Dal 1948 non sono stati fatti interventi di restauro nella sala, sia per la complessità degli stessi sia per i costi elevati.

Un nuovo maquillage si rendeva perciò necessario per togliere le polveri depositate sui grandi dipinti monocromi a tempera delle pareti, per eliminare le tracce di infiltrazioni d’acqua, per ripristinare la coesione, in alcuni punti, della pellicola pittorica e infine per proteggere definitivamente l’opera con resina acrilica in soluzione. Questa importante operazione sarà possibile grazie al lascito testamentario del dottor Enzo Bentini (1922-2007) che ha donato il suo patrimonio al Comune di Forlì, all’Ausl, all’Avis e alla Casa di Riposo.

I 197MILA euro destinati al Comune verranno perciò utilizzati per il restauro della Sala (adibita dal 1953 per le assemblee del consiglio comunale) come da esplicita richiesta espressa nel testamento del dottor Bentini, affinché la somma fosse destinata al restauro di un’opera d’arte del Comune. Una donazione, questa, che testimonia una grande sensibilità ed affetto verso la città.

La sala è il cuore civile e politico di Forlì e può essere in futuro meta di turismo culturale. I lavori di restauro inizieranno dopo l’estate e si protrarranno per circa 7 mesi, durante i quali le sedute del consiglio comunale si terranno nella Sala Calamandrei (ex Provincia).

Complesse furono le vicende della sala, le cui decorazioni, per contratto, furono affidate nel 1761 ad Antonio Galli Bibiena e, assieme a queste, gli fu richiesto il progetto dello scalone e del teatro. Per contrasti fra il noto architetto e la comunità, lo scalone monumentale fu realizzato solo in parte, il teatro non venne costruito e, per quanto riguarda la decorazione della sala, l’artista eseguì solo i cartoni, mentre l’esecuzione dei dipinti fu affidata ad allievi e al pittore forlivese Giuseppe Marchetti. I lavori si conclusero nel 1763 ed erano composti da sei episodi relativi alla storia cittadina. In totale l’area occupata dai dipinti è di 691 mq.
GLI EPISODI raffigurati abbracciano 1000 anni di glorie forlivesi: ‘I Forlivesi capitanati da Guido da Montefeltro sconfiggono l’esercito francese guidato da Giovanni d’Appia’ (si tratta del ‘sanguinoso mucchio’ di cui parla Dante nell’Inferno); ‘Berengario incoronato re d’Italia dal Papa’ (questo dipinto è un falso storico perché Berengario non fu forlivese); ‘Federico II concede alla città di Forlì di porre nello stemma cittadino l’aquila imperiale e la facoltà di battere moneta’; ‘Guido da Montefeltro entra trionfante a Forlì’; ‘Fausto Andrelini viene incoronato poeta dal re di Francia Luigi XII’; ‘Cornelio Gallo primo prefetto d’Egitto’ (altro falso storico perché Cornelio Gallo si ritiene sia nato in Friuli). Nella sala sono presenti anche le effigie di San Valeriano e della Madonna del Fuoco e i busti di Aurelio Saffi e di Antonio Fratti.

Il soffitto, completamente decorato, si ritiene sia opera del Bibiena. Il progetto del restauro è firmato dall’architetto Andrea Savorelli e tutta l’operazione verrà realizzata in accordo coi tecnici della soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici.

foto by http://www.flickr.com/photos/minorast/