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Tra i pastori c’è un nido di rondine Viaggio tra le Natività del Ravennate: alcune sono vere opere d’arte

Notizia pubblicata il 28 dicembre 2008



Categoria notizia : Sagre Feste


NATALE è sinonimo di presepio e sono tante le forme artistiche con cui si ricostruisce la bellezza della nascita di Cristo. Il lungo periodo delle festività può essere il momento giusto per dedicarsi alla scoperta delle migliori rappresentazioni: a Ravenna, fra tradizionali, marini, napoletani, montani, ce n’è davvero per tutti i gusti.

I più suggestivi sono allestiti nelle chiese, ma anche in gallerie e palazzi, mentre non mancano quelli nelle vetrine delle principali banche, nei luoghi di lavoro e nelle scuole. Ve ne sono tre che meritano un’attenzione particolare. Il primo è stato allestito nell’atrio d’onore del Palazzo della Provincia in piazza S. Francesco (aperto tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30, fino all’8 gennaio).

Si tratta del suggestivo Presepio Napoletano del ‘700, originale e non in stile come altri, a cura del Comitato femminile della Croce Rossa di Ravenna, che riunisce i preziosi pezzi da collezione di Gastone Scheraggi. Sono state impiegate circa sessanta statuine in terracotta della dimensione di 25, 35 e 40 cm e al posto della grotta c’è un rudere che ricorda gli scavi di Pompei. Il presepio fonde il lascito della cultura popolare napoletana con le tradizioni francesi e spagnole, e anche con le infiltrazioni mediterranee diluendo tutte le contraddizioni del Settecento. Da osservare, in particolare, la raffinatezza dei tessuti che vestono i ‘pastori’, velluti rasati, passamanerie, lampassi e broccati, la ricerca delle diverse fogge, le espressioni dei volti.

INCAMMINANDOSI verso via Baccarini, alla galleria ‘La Bottega’, è poi possibile ammirare il presepio popolare ladino-tirolese di Gabriella Cottignola (aperto dal lunedì al sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.30, fino al 31 gennaio) che ha anche dipinto le statuine di legno, costruito le varie strutture in stile alpino, ‘ingessato’ e dipinto cortecce di sughero per rappresentare rocce ‘dolomitiche’ di fantasia.

«Mi piace dedicare la rappresentazione della Natività che faccio ogni anno alla memoria di mio padre, il primo a trasmettermi la poesia del Natale e del ‘fare il presepio’, come atto di fede e come segno e messaggio per tutti, credenti e non, di amore, gioia e speranza nella vita eterna», illustra l’ideatrice che ha impiegato circa diciassette anni per raccogliere con pazienza e piglio da collezionista oltre 120 vari pezzi grezzi di stile barocco di 16-18 cm realizzati nelle valli dolomitiche Gardena, Fassa, Fiemme.

Il risultato è un presepio di tipo popolare, di quasi venti metri quadrati, con musica e giochi di luce e di acqua in cui ogni scena è curata nel dettaglio: mentre in primo piano spiccano personaggi vari e persino animali, lo sfondo è vivacizzato con figure in movimento che rappresentano attività e mestieri vari. L’interno e l’immediato esterno degli ambienti sono completamente arredati con mobili e suppellettili di piccole dimensioni, secondo la tecnica della puppenhaus (casa di bambole).

USCENDO da Ravenna, invece, merita una visita il nuovo presepe di Pia Parrini ispirato alla natura e ai suoi migliori frutti, per lo più gemme, baccelli o bacche di cipresso, glicine, pioppo, acacia, platano e tante altre piante o alberi. Dalla notte di Natale e fino al 28 febbraio, l’appuntamento è alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Savarna. Anche chi non ama particolarmente i presepi tradizionali, non può che restare colpito dinanzi alle creazioni artistiche di una ‘veterana’, i cui oggetti sono piccoli capolavori .

«L’idea mi è venuta osservando una sfera pelosa, il fiore femminile del platano, che somiglia vagamente al riccio di castagno – illustra Pia Parrini, nata a Brisighella ma cresciuta a Savarna dopo tuttora vive -. Aprendola ho scoperto una sorta di nocciolo, avvolto in una nuvola di fiocchi che tengono uniti i capolini penduli esterni. Ho pensato che ogni elemento nella sua semplice perfezione potesse essere utilizzato per realizzare statuine.

Così è cominciata, la primavera scorsa, la mia raccolta di foglie, petali, semi, noccioli e qualsiasi cosa esistente in natura che mi ispirasse qualcosa. In un pollaio, per esempio, ho trovato una enorme ragnatela che, dopo un attento processo si sterilizzazione, ho usato per creare il mantello di un pastore».

Ogni personaggio rispecchia una pianta in particolare ed è curato nei minimi dettagli. Quello a cui Pia Parrini è più affezionata è davvero unico e irripetibile nel suo genere: un suonatore realizzato con i ricci delle viti che porta a tracolla uno strumento fatto con il nocciolo di una pesca. La natura domina sovrana in un presepe che ha il suo fulcro attorno al nido d’amore, la Natività. Al posto di una grotta qui si trovano enormi favi e anche la maestosa fontana che domina la scena, sul retro della Natività, non è altro che un nido di rondine.

foto by http://www.flickr.com/photos/