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La città  del silenzio assediata dai fracassoni, Divieti contro i rumori negli anni Cinquanta

Notizia pubblicata il 24 settembre 2007



Categoria notizia : Fatti Curiosi


RAVENNA é davvero la città  del silenzio? A scorrere le cronache sembrerebbe proprio di no.

 Negli anni Cinquanta, infatti, erano sorte polemiche contro certi rumori causati da alcuni altoparlanti, definiti ben presto 'autourlanti', sistemati sotto i portici della piazza del Popolo.

Non tutti, comunque, sono contrari e qualche ravennate progressista fa notare come in altre città  esistano queste forme di pubblicità  sonora senza che la gente si lamenti.

Scende in campo pensino la Centrale del latte, favorevole alla pubblicità  via etere che ha fatto conoscere a pensionati e a bisognosi tutte le agevolazioni concesse e incrementando in questo modo le vendite.

Ma intanto si dà  il via a una vera e propria lotta contro i rumori tant'é che all'inizio degli anni Cinquanta il Prefetto vieta la vendita dei giornali nelle pubbliche vie con il sistema dello strillonaggio e chi vuole urlare le notizie deve procurarsi un permesso.

A cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta le vie del centro risuonavano della voce di uno strillone che nel tardo pomeriggio vendeva le edizioni di alcuni giornali della sera.

Aveva in testa un berretto con visiera, una maglietta con stampata la testata del giornale e camminava con il suo fascio di giornali cercando di attirare l'attenzione intercalando i sui strilli con il famoso: 'E' stato lui!'.

Pochi sanno che era aiutato dalla moglie, che lo seguiva a pochi metri di distanza e che lo incitava dicendogli: 'Rugia piò fort!' (Urla più forte!). Qualche lettore saprebbe dirmi come si chiamava?

IN QUEL periodo giunse anche il divieto di praticare lavori particolarmente 'rumorosi od incomodi' al di fuori di ben precise fasce orarie che andavano dalle 6 alle 12 e dalle 15 alle 21, dal che si deduce che negli anni Cinquanta si lavorava sicuramente di più.

La lotta ai rumori continua con il divieto di usare segnali acustici in città .

Il provvedimento viene approvato dal consiglio comunale con quindici voti favorevoli e nove contrari (ci sono anche due astensioni).

Molti sono d'accordo ma c'é qualcuno che rimette in discussione gli altoparlanti della piazza che 'rovesciano sui passanti rumori e musiche alternate' proprio nel centro cittadino.

Lotta senza quartiere ai rumori, dunque, e a farne le spese é un motociclista milanese che dopo aver attraversato molte province senza problemi, a Ravenna si becca subito una multa.

La cosa non gli va e scrive al Carlino: 'Ravenna é città  tutta particolare la cui quiete anche il ronzio di un calabrone può turbare, o i locali vigili urbani hanno la membrana del timpano particolarmente sensibile'.

Anche il cronista si schiera dalla parte del multato invitanto i vigili a non essere troppo fiscali soprattutto con chi é di passaggio. E ancora in quegli anni vengono collocati in certi punti della città  dei cartelli a favore della pedonalizzazione di alcune strade: 'Transito vietato anche con biciclette a mano'.

Un lettore ipercritico, però, scrive che il cartello, interpretato alla lettera, significa che nessuno debba transitare e propone di sostituirla con: 'Transito vietato con biciclette, anche condotte a mano' sintetizzando la scritta con la sigla 'Tvcbacam'! Una delle bizzarrie di don Bendazzi?

foto by Drinkarmine