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Arte Forli Nei labirinti di Ravaioli

Notizia pubblicata il 15 gennaio 2009



Categoria notizia : Cultura


CHE COSA c’è dietro ai muri, ai labirinti di stanze, alle figure silenziose di Carlo Ravaioli? Il pittore forlivese ha una raffinata abilità nella scelta di luci e colori, ma anche della costruzione architettonica dell’opera in cui ogni elemento risponde a precisi equilibri compositivi.

Disegnatore dal segno sicuro e preciso, ottimo conoscitore della scansione dei colori, i dipinti di Ravaioli si adeguano perfettamente con la sede espositiva (La Vëcia Cantêna dla Prè) sui muri della quale sono appesi fino al 27 gennaio. L’atmosfera che si respira in queste opere è di pensosa indagine sul mondo in cui gli aspetti gioiosi e tristi si intrecciano nello stesso quadro.

Proprio come un recinto murario che può significare chiusura verso l’esterno o rifugio per un quieto vivere. Nelle immagini di Ravaioli è sempre presente un doppio significato: fra i muri antichi delle sue case/labirinto c’è un senso di quiete, ma anche di inquietudine, di vuoto, ma anche di ambiente vissuto e diventato, nel tempo, fatiscente. E le scale? Non indicano, forse, a seconda dell’interpretazione di chi osserva, un percorso in salita o, al contrario, in discesa. I quadri di Ravaioli sono pieni della metafora/scale e, nella loro ambiguità, diventano simboli della vita dell’uomo. A questo punto non resta che chiederci il perché dell’assenza della figura umana dentro le stanze.
LA RISPOSTA non può essere altro che i muri hanno un loro linguaggio e una loro storia che può essere simile a quella dell’uomo, del quale, comunque, si avverte la presenza anche quando il vuoto lascia un senso di freddo e squallore. Una mostra, in ultima analisi, ricca di spunti di riflessione e sapiente nella struttura tecnica ed estetica.