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Raphael Gualazzi: Non sentire la gara mi ha fatto vincere Sanremo

Notizia pubblicata il 26 febbraio 2011



Categoria notizia : Musica


Timido, sicuramente, ma non quando si parla di musica. Allora diventa un vulcano di citazioni e in pochi minuti snocciola la storia del jazz e del blues. Insomma, Raphael Gualazzi l’argomento lo conosce non solo battendo sui tasti del pianoforte. Ed è un bel colloquio quello con il vincitore di Sanremo Giovani che come sempre si dimostra disponibile ed aperto, così come è la sua musica.

L’input è il concerto che terrà domenica (ore 17.30) al Teatro La Fenice di Senigallia. La sua esibizione prevista da tempo era programmata alla Rotonda nel cartellone costruito da un’altro grande musicista senigalliese, Federico Mondelci. Poi, Sanremo e la location era decisamente troppo ridotta. Scelta obbligata il teatro con l’immediato sold out.
Come nasce la partecipazione al Festival?
“Dopo il conservatorio ho iniziato a mettere sul pentagramma ciò che avevo appreso e le mie inclinazioni musicali rivolte soprattutto al jazz e al blues. Nascono così i primi live, le partecipazioni ai vari festival e il primo album. A Ravello incontro il percussionista Steve Ferraris e Michael Ray della Kool and the gang che dopo avermi sentito suonare mi invita a far parte di un progetto: il tour americano History of mystery jets dove ogni artista rappresentava un periodo storico del jazz. Inutile dire che ho accettato subito. Al rientro, l’estate passata mi chiama Franco Daldello della Numero Uno che mi mette sotto contratto e manda dei provini alla Sugar di Caterina Caselli. A settembre l’audizione dove eseguo Follia d’amore. Scatta il contratto. La Caselli vuole portare quel brano a Sanremo. Non solo. Lo fa ascoltare al suo amico regista Veronesi che lo mette nel film che esce oggi Manuale d’amore 3. E per l’occasione faccio anche la versione in inglese.
E poi Sanremo. Come ha sentito la gara?
“Non l’ho sentita. Era già appagante il fatto di poter essere sul palco dell’Ariston che è pur sempre una vetrina intramontabile, di prestigio e quest’anno che tanti artisti veramente bravi. Forse per il fatto che non ho sentito minimamente il peso della competizione e sono riuscito ad essere me stesso.”
Dove ha vinto tutto...
“Una bella soddisfazione. Ma devo dire grazie anche con tutte le persone che hanno collaborato con me a partire da Fabrizio Bosso”.
Cos’è per lei la musica.
“La musica è buona parte della mia vita. Sia ben chiaro, non tutta. Inoltre, sono convito che è un potente mezzo per unire. Mi piace avere e dare collaborazioni. Per me sono fondamentali le contaminazioni. C’è creatività, divertimento e futuro”.
Lei ha invento un suo stile suonando il pianoforte...
“No. Ho solo ripreso alcune tecniche come lo stride piano in voga nei primi decenni del Novecento dove ci sono movimenti veloci della mani sulla tastiera”.
E ora il dopo Sanremo.
“E’ appena uscito l’album Reality and fantasy con 14 tracce più una bonus track. Diverse e importanti le collaborazioni per una miscela di stili che nasce dalla fusione della tecnica rag-time con la liricità del blues, del soul e del jazz nelle loro forme più tradizionali, ma anche con influenze più recenti e innovative, assorbite da artisti quali Jamiroquai e Ben Harper”.
La sua musica si incontra anche negli spot.
“Si, ci saranno miei brani nell’informazione pubblicitaria di Eni e Fiat”.
Cosa pensa dei colleghi musicisti marchigiani.
“Bene, anzi benissimo, La partenza del tour vede solo miei corregionali: Christian Chicco Marini (batteria e percussioni) di Urbino, Manuele Montanari (contrabbasso, basso elettrico) di Monterado, Luigi Faggi Grigioni (tromba e flicorno) di Pergola, Max Valentini (sax baritono e contralto) di Urbania , Giacomo Pietrucci (sax) di Calcinelli, Giuseppe Conte (chitarra) di Urbino”.
Ha detto che non lascerà mai la città ducale, ma adesso con il successo...
“Forse ci starò di meno. Ma non intendo rinunciare alla mie origini. La mia zona, tutte le Marche sono bellissime. C’è tanta cultura e la vita è ancora a misura d’uomo. Non voglio perdere tutto questo. La musica è importante ma i miei affetti lo sono di più.”