Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

Radio Deejay, mode di sabbia tutte le manie della Riviera

Notizia pubblicata il 13 agosto 2005



Categoria notizia : Turismo


Chi trova il tormentone trova un tesoro. Ogni estate la caccia è aperta per azzeccare la frase che per insondabili motivi entrerà in tutti i discorsi, in tutti i ritornelli e in tutte le scalette dei dj. E la Romagna, manco a dirlo, resta un campo di esplorazione privilegiato.

Soprattutto per Radio Deejay, che qui ha la sua seconda casa estiva. Non solo per le trasmissioni in diretta dall' Aquafan di Riccione. Non solo «Zio» Linus si è accasato e tiene casa sempre a Riccione. Anche gli acquisti più recenti dell' emittente milanese provengono da questi lidi. Come Marco Corona, riminese del borgo San Giuliano, già voce degli altoparlanti di spiaggia Publiphono e conduttore nelle radio locali Icaro e Veronica, ora assurto alla consolle privata più seguita d' Italia. «All' inizio mi chiamano Zizzo - riferisce Corona - proprio perché strisciavo le esse e le zeta. Poi si sono messi tutti a parlare come me».

Ma anche chi romagnolo non è, come Nicola Savino, attinge a piene mani alla parlata di Pascoli e Fellini. Nel classico programma "Deejay chiama Italia" fa continuamente il verso ai «dj del sciabato scera di radio Icaro con le loro essce e le loro sseta». Dal che Marco ed Eva, i conduttori in questione, hanno rinunciato definitivamente a correggere la loro dizione. Chi può dire di aver davvero sfondato a Radio Deejay è però il benzinaio Lugaresi di Cesenatico con i suoi problemi alla stampante: «Pronto Sono Lugaresi di Cesenatico... io c' ho la stampante che funziona sempre, e gira di continuo, mi ha consumato tutti i rotoli di carta mi sta consumando senza prendere i soldi, porco...»... eccetera.

Lui, che esiste veramente, il tesoro lo ha trovato sul serio. Grazie alla diffusione erga omnes delle sue vicissitudini telematiche, le file al distributore Api sono chilometriche, più per informarsi della stampante che per necessità di fare il pieno. Ancora più lucroso è imbroccare il tormentone musicale. Lo scorso anno ci è andato vicino Betobahia, ovvero Pazzaglia Alberto da Gatteo Mare, con «Ciapa la galèina»: la sedicente danza «latino - romagnola» è stata eseguita in massa perfino al festival del fitness di Miami. Adesso Beto ci riprova con «Ciao Fulvio!», che i più politicizzati traducono immediatamente in Silvio: «Arriva mezzogiorno é ora di mangiare/Torno a casa stanco e voglio riposare/Accendo la mia radio accendo la tv/E lì c' è sempre lui che ti tira su/Se tu che ci tormenti tutti i giorni sempre più/A dir la verità non se ne può più/Io cambio di canale ma ci sei sempre tu/Mi devi devi credere io non ne posso più». Ma i tormentoni veri, i più tenaci quanto incomprensibili, sono quelli che nascono spontaneamente dalla coralità del popolo. Anni fa fu "Valerio!", un grido che per tutta l' estate risuonò sulle spiagge senza una plausibile ragione al mondo.

Ora si va facendo strada "Sara!", anche se questa volta un' origine c' è, pure se anonima. Da quale tempo Rimini si è vista ricoprire i muri, anche di monumenti importanti come il tempio malatestiano, con appassionate e cubitali dichiarazioni d' amore in vernice rossa verso tale Sara. Finora la caccia al teppista innamorato non ha dato esito, nonostante si siano mobilitate tutte le web cam del centro e perfino ronde composte da ultras della Rimini Calcio. A nulla sono valsi gli appelli di piantarla lanciati da una Sara che qualcuno aveva individuato come destinataria dei messaggi. Ma intanto sulle spiagge l' invocazione rimbomba sempre più di frequente. E così "Sara!" è diventato il peana di tutti gli amori impossibili, di tutti i desideri non corrisposti. E se non sono tormenti questi.

photo by: http://www.flickr.com/photos/gioxxswall/