Tra Guareschi e Amarcord
Notizia pubblicata il 11 aprile 2008
Categoria notizia : Cultura
Nella prosa dello scrittore ravennate, umorista "a tutto campo" che negli anni '50 ha collaborato alla stagione d'oro della satira italiana con scritti e disegni per "Il Travaso", "Marc'Aurelio", "Epoca", "Espresso', non si respira aria da "strapaese", di "macchiettiamo" regionale.
Con benevola tolleranza e comprensione Piani dipana l'aggrovigliarsi di cadute e speranze, di beffe del destino e di logiche rovesciate, guardando con simpatia ad un'umanità comunque ricca di carattere e spontaneità .Racconti reali e grotteschi, amari e divertenti, spesso ispirati, spiega, da un dialogo, da un incontro.
«Nati con l'intento di far sorridere, pur prendendo spunto dalla realtà , non di descrivere la Romagna. La mia generazione ha vissuto in pieno un passaggio, quasi come dal feudalesimo all'età moderna, ad un mondo completamente diverso».Come nel precedente "Puzzo di zolfo", l'odore sulfureo della satira pervade queste cronache umoristicamente intrecciate che si situano nella geografia della fantasia letteraria tra l' Emilia guareschiana e il sapore di un amarcord.Mondo di ieri, che vive intensamente le proprie passioni, fatte di accesi confronti di opinioni, di colorati sfottò, burle per vendetta o per ridere.
Microcosmo dal quale internet e la visione asettica del mondo delle soap-opera televisive sono (per fortuna) ancora lontani. Racconti scritti in italiano, ma nati, vien da pensare, laddove dove tutto cominciava e succedeva in dialetto.
(foto di http://www.flickr.com/photos/namona)