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Biografilm nel segno di Woodstock e della Warner

Notizia pubblicata il 10 giugno 2009



Categoria notizia : Eventi


NEL SEGNO di Woodstock e della Warner Brothers. La quinta edizione del Biografilm Festival, da oggi al 15 giugno nelle due sale del cinema bolognese Lumière di via Azzo Gardino, si apre con l’omaggio al più grande raduno della storia della musica

500mila persone stipate ad ascoltare, dal 15 al 17 agosto 1969, i grandi del pop e del rock, inclusi Jimi Hendrix e la sua mitica performance finale quando era già il 18 mattina — e con la rievocazione dell’attività della famosa casa cinematografica creata nel 1923 a Burbank, California, da quattro fratelli immigrati polacchi.

E a ben vedere, tra la Warner e Woodstock un rapporto c’è: perché è la Warner ad aver prodotto Woodstock: 3 Days of Peace and Music. The Director’s Cut, il film di 216 minuti con cui nel 1970 un regista esordiente, Michael Wadleigh, raccontò il leggendario concerto; e Wadleigh interverrà stasera alle 21 alla proiezione, che offre alcune sequenze inedite dei Jefferson Airplane, di Janis Joplin e dello stesso Hendrix.

LA WARNER rivive in un quadro dove gli affetti domestici, spiccano e si traducono in immagini. «Mio nonno», ha spiegato ieri Cass Warner, nipote di Harry, il fondatore, «è una delle persone migliori, che io abbia conosciuto. Nel ’93, dopo avere intervistato tutti i parenti e rovistato fra i documenti, ho pubblicato un libro su di lui. E dal libro è nato The Brothers Warner, un film che illustra anche l’impegno sociale che per il nonno, specie nell’era del nazismo, fu un punto fermo».
AL FESTIVAL, Woodstock si rivela già nel cortile della Cineteca, con i grandi schermi dove scorrono scene e protagonisti di allora. Loro, i protagonisti ormai sessantenni, sono qui gioiosi, in vacanza, un po’ increduli dell’attenzione che suscitano. Come Barry Z Levine, il fotografo della tre giorni (e del film), che ricorda di essere stato invitato da un amico a fare le foto, naturalmente gratis, e di percepire ancora «l’energia, la sensazione di quella musica». O come lo scrittore Elliot Tiber, che un po’ per caso si ritrovò tra i promotori della kermesse, e di cui esce oggi, da Rizzoli, il libro autobiografico Taking Woodstock, dal quale Ang Lee ha tratto il film omonimo, in programma domani sera sull’altro schermo bolognese Arlecchino. Per i ragazzi di Woodstock pare che, grazie al festival, siano tornati i giorni felici.

Ma chiacchierando seduto a un tavolino all’aperto, fuori dalla sala della conferenza Artie Kornfeld, il creatore dell’avvenimento insieme a Michael Lang, rammenta pacato che una cosa come Woodstock capita una volta sola.

foto by http://www.flickr.com/photos/jcmaco/