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Puccini e la fanciulla Paola Baroni e Paolo Benvenuti
Notizia pubblicata il 10 novembre 2009
Categoria notizia : Cultura
Documenti storici, molta musica e assenza quasi totale di dialoghi la cifra stilistica del bellissimo film diretto da Paola Baroni e Paolo Benvenuti a Occhi sul Cinema. Questa settimana Grande cinema italiano questa settimana a Occhi sul Cinema la rassegna a cura di Pierpaolo Loffreda organizzata dall’Ufficio Attività Sociali e Culturali propone “Puccini e la fanciulla”di Paola Baroni e Paolo Benvenuti (Italia 2008)
Trascurato dalla grande distribuzione nazionale, il cinema di Paolo Benvenuti compie il miracolo di ridare vita a personaggi "perduti" ed esistenti nelle carte antiche (Gostanza da Libbiano) o dentro un carteggio conservato in una valigia e lontano un secolo (Puccini e la fanciulla). Torre del Lago, 1909. Giacomo Puccini è impegnato nella composizione di una nuova opera, ma viene suo malgrado coinvolto in quello che avrebbe potuto essere uno scandalo pubblico e che invece è stato una tragedia consumata tra le pareti domestiche.
Giacomo Puccini vive nella sua lussuosa tenutacircondato da un microcosmo femminile: la moglie Elvira, la figlia di lei Flora, le due bambine di quest’ultima e una giovane cameriera di nome Dora. Ma la vita del compositore comprende anche altre figure femminili che esulano dalla famiglia e che ricoprono il ruolo di amanti. Sarà uno di questi personaggi che verrà additato ingiustamente come tale e che soprattutto verrà strumentalizzato per coprire vergognosamente colpe altrui.
Cogliendo appieno il credo irrinunciabile del Maestro Puccini: la grande passione e l'impossibilità di fuggirla, Benvenuti ricostruisce l'ambiente storico in cui si consumò il dramma di Doria attraverso inquadrature di smagliante bellezza.
Lavorando sulla sottrazione e sullo smantellamento di tutti gli orpelli attoriali. Ritrova in questo modo l'essenza del cinema: quella di un'ombra che si muove su una parete bianca. Sul volto amabile e garbato di Riccardo Joshua Moretti, Benvenuti riconosce e rintraccia la storia dell'individuo e la storia della società novecentesca. Perché è nella Storia e nel passato che il regista toscano cerca il presente e trova l'attualità dell'inattuale.
I titoli di testa del film avvisano il pubblico che la vicenda è stata tratta da una ricerca storica. In quel periodo Puccini stava componendo l’opera La fanciulla del West, mentre la fanciulla protagonista del film è la giovane cameriera calunniata. Se la tematica è questa, dal punto di vista stilistico Benvenuti ha compiuto l’inconsueta scelta di “far parlare” solamente i documenti ritrovati. Infatti, il film è privo di dialoghi salvo alcune brevissime battute che, se diventano un poco più lunghe, vengono coperte con musica o rumori oppure con delle soluzioni visive, quali per esempio il vetro di una finestra che non cela il dialogo in essere ma che impedisce al contempo di ascoltarlo.
Le voci fuori campo di Puccini e di Dora entrano in gioco in pochi momenti del film per dare appunto voce ai documenti sotto forma di lettere e di telegrammi. È attraverso questo espediente – il quale sottolinea l’intento di volersi basare su una precisa documentazione storica provvista di date altrettanto precise – che è dato di conoscere la vicenda narrata, pur riconoscendo comunque l’eloquenza narrativa che le immagini già da sole possiedono a prescindere.
Se i dialoghi sono quasi totalmente assenti, abbondante spazio viene invece dato alla musica di Puccini. E non è l’unica nota artistica presente nel film, artistico nella sua interezza. La scenografia, la fotografia e i costumi sono stati realizzati con grande accuratezza e con grande capacità di ricostruire visivamente il mondo di allora. La sensazione è quella di assistere
– inquadratura dopo inquadratura – alla traduzione in movimento e nella dimensione del reale di raffinati quadri paesaggistici e di eleganti ritratti.
Ma questi movimenti e spostamenti non diventano mai rigidi, bensì conservano l’alta qualità artistica che è la cifra stilista dell’intero film.