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Estate al bivio: vendere

Notizia pubblicata il 14 febbraio 2009



Categoria notizia : Turismo


IL PREZZO è giusto. Anche in un momento come questo, di crisi e di recessione, in cui il popolo dei vacanzieri, avverte Aureliano Bonini di Trademark, «si attende uno sconto anche del 40% sui prezzi. E per ogni 100 euro spesi in un hotel, si aspetta un trattamento da 200 euro…».
Ma guai a svendere. «Guai a mettere la Riviera in saldo», attacca l’assessore regionale al Turismo, Guido Pasi. Intervenuto ieri a Rimini, alla presentazione del bel volume L’Italia.

Il declino economico e la forza del turismo, curato dalla facoltà di Economia dell’università La Sapienza, Pasi ha dettato la strategia con cui Rimini e la Riviera dovranno affrontare quella che è «una stagione senza precedenti.

Una crisi così nel dopoguerra non si era mai vista prima. Il turismo uscirà radicalmente cambiato dalla crisi: non sarà più la domanda a determinare scelte e strategie, ma l’offerta. Tanti turisti, d’ora in poi, si muoveranno in base a quello che gli viene offerto».

Ma la politica del low cost alla fine, dice Pasi, non paga. «Sarebbe un errore quest’anno svendere la nostra Riviera, abbassare i prezzi. Certo, ci dovranno essere offerte, promozioni. Penso al gelato a un euro, ad altre iniziative. Però non dobbiamo metterci in saldo... Sarebbe un errore. Ne sanno qualcosa in Spagna, o in Francia, dove operatori e istituzioni, per poter offrire i voli a 10 euro, hanno dovuto pagare di tasca loro. Non vogliamo pagare i turisti perché vengano da noi». «Al tempo stesso — continua Pasi — fondamentale per il 2009 sarà far capire, sempre di più, che la nostra Riviera è la più conveniente. Come farlo? Dando una maggiore qualità, allo stesso prezzo».

Questa la strategia che Regione e Apt porteranno avanti, con varie iniziative.

La più importante: una forte campagna promozionale sul mercato italiano. «Oggi è quello che più ci interessa — ribadiscono Pasi e Massimo Gottifredi, presidente dell’Apt — Quasi l’80% di presenze sulla nostra costa è rappresentato da italiani. Se riuscissimo a conservare nel 2009 questa quota di mercato, sarebbe già un buon risultato». Senza dimenticare Germania (al via la campagna promozionale con Luca Toni come testimonial) e Russia. Che è «il turismo più in crisi — sottolinea Pasi — Ogni anno le presenze russe da noi crescevano del 20% o 30%. Negli ultimi mesi, per la prima volta, è in calo».

NUVOLE nere che si addensano sul turismo riminese e nazionale. Ma, come dimostra il libro presentato ieri da Attilio Celant, preside di economia della Sapienza, per il turismo in Italia il declino è iniziato prima di questa crisi. «Se tutto il mondo non fosse in recessione, i dati sul turismo italiano dovrebbero preoccupare ancora di più...». Nel volume, forse la miglior ricerca sul turismo italiano negli ultimi 20 anni, compaiono una quarantina di articoli di docenti ed esperti. Tra loro anche Giuseppe Chicchi, Guido Candela (ateneo Rimini) e lo stesso Bonini. Si affrontano tutti i temi, dai prezzi alla destagionalizzazione, che «Rimini ha saputo fare bene». Ma da Pasi a Chicchi, passando per Gottifredi e Celanti, «il vero problema è che manca, in Italia, una politica nazionale forte sul turismo. Soprattutto da quando, con la riforma del 2001, il turismo è di competenza delle regioni».

«Per troppi anni — attacca Gottifredi — non si sono fatte vere politiche per il turismo, pensando che tanto in Italia i turisti sarebbero venuti lo stesso». «Ora — dice Celant — non possiamo più improvvisare. Il turismo è il 13% del Pil italiano, dà lavoro a oltre 2 milioni di persone. Dobbiamo ridare qualità al nostro turismo».

foto by http://flickr.com/photos/21080957@N07/