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Decolla il progetto Città dell’arte. Musei e sale espositive in rete
Notizia pubblicata il 21 maggio 2010
Categoria notizia : Turismo
Il progetto Città dell’arte è stato presentato presso la biblioteca civica Passionei dall’assessore alla cultura Stefano Bonci e da Francesco Rossi, direttore onorario della pinacoteca comunale. “Attendiamo l’arrivo del grande fotografo Mario Dondero - hanno esordito - che realizzerà una serie di gigantografie, nuove icone artistiche per la promozione culturale e turistica di Fossombrone.
Oggi presso la Quadreria Cesarini s’inaugura la mostra monografica dedicata a Giacomo Podestà, il giovane artista risultato vincitore del concorso Arte Progetto, organizzato dal Comune, al quale hanno partecipato venti artisti. In seconda battuta la rassegna sarà allestita in Ancona con la collaborazione della Regione e del Comune dorico”. Nasce una nuova rete, non virtuale, con i musei di altre città?
“Sicuramente l’intesa con la città di Ancona è cosa pregevole. Contiamo di presentare alcune opere anche a Gradara in modo da offrire spunti di rilievo per tutti i turisti”. E per quanto riguarda l’intesa con la città di Urbino? “Stiamo definendo gli accordi per una mostra di quaranta incisioni del grande maestra Leonardo Castellani a lungo docente alla Accademia feltresca”. Quali altre novità in cantiere? “E’ in fase di completamento il riordino della sacrestia della chiesa barocca di San Filippo e che verrà aperta al pubblico all’inizio di giugno”. Si parla di riordino della Quadreria Cesarini.
“E’ già stato avviato con la sistemazione della sala dell’arte antica e l’esposizione della raccolta di porcellane, proseguirà nel corso dell’estate con il riordino del deposito dei quadri al primo piano, del repertorio grafico anche in vista di una prima mostra dedicata ad una serie di incisioni di Anselmo Bucci e con il riposizionamento ordinato e organico dei dipinti della Quadreria anche in funzione di un ripensamento dei programmi di fruibilità e didattica, in particolare si pensa ad una ridefinizione della dislocazione spaziale, alla sostituzione delle didascalie in tre lingue e alla tinteggiature delle pareti”. La curiosità finale? L’esposizione di un calesse “pistoiese” donato al Comune.