Riccione. «Dal traffico ai Nomadi adesso si cambia musica».Dirigenti, squadra, donne: tutte le promesse di Pironi
Notizia pubblicata il 30 aprile 2009
Categoria notizia : Turismo
DANIELE Imola stava alla Ferilli, come Massimo Pironi starà alla Hunziker. Anche se apparentemente frivola, l’equazione è invece tutta politica. Il ‘core’ del partito contro il rigore svizzero. Ma tra le due c’è una terza donna, con la quale il candidato del Pd dovrà fare i conti a giugno.
Partiamo da qui, Pironi. La sua avversaria del Pdl, Renata Tosi, le fa paura?
«Non credo sia una candidatura insidiosa ma va rispettata. Riccione ha bisogno di continuità e di rinnovamento, nell’azione e nella struttura, e mi riferisco alla pubblica amministrazione».
I dirigenti comunali si devono preoccupare?
«Alcuni di loro andranno in pensione, altri verranno accorpati. Non è più sostenibile una macchina che lavora a compartimenti stagni».
Ha vinto promettendo la ‘rivoluzione moderata’ ma poi ha imbarcato i duri e puri del partito. Un fuoco di paglia?
«Non è stata un’operazione di facciata, la mia autonomia è riconosciuta da tutti».
Ma se hanno sempre detto che è un soldatino di partito.
«Nella vita si cresce e le primarie lo hanno dimostrato. Mi sono speso nella ricerca del dialogo, anche con chi è rimasto finora ai margini. Questo non vuol dire fare tabula rasa delle cose importanti fatte da Imola o da Massimo Masini».
Sa che la Tosi la considera un falso profeta del cambiamento?
«Non cadrò nella trappola dello scontro volgare. Sono stato accusato di non mostrare gli attributi... ma io sto ai fatti, nel programma del centrodestra non c’è un’idea di città, si cavalcano di volta in volta situazioni di malessere».
Lei invece promette miracoli?
«No, ma ho chiaro in mente lo sviluppo di Riccione. Sfruttare il suo appeal e favorire le condizioni per migliorare la qualità delle strutture ricettive e della rete commerciale. A noi spetta il compito di accelerare i processi di rinnovamento: sveltire le pratiche e creare le condizioni per favorire gli investimenti. Prendiamo l’esempio del Grand Hotel. E’ una struttura privata, ma la città non si può più permettere un buco nero nel cuore turistico».
Rifarà viale Ceccarini?
«E’ nel programma».
Ma lo era anche in quello di Imola, dieci anni fa.
«Lo ripeto, verrà fatto, e con il coinvolgimento degli imprenditori che hanno voglia di investire. Il decoro e la qualità urbana sono il segno della civiltà di una città. Per questa ragione sto pensando a un numero verde a cui segnalare le situazioni indecorose, un riferimento preciso per evitare che le telefonate di protesta dei cittadini non vengano più rimbalzate da un capo all’altro».
Intanto promette la teleferica. Dopo l’atollo, la funicolare: la solita bufala preelettorale?
«Sono già in contatto con le ditte che potrebbero realizzare il collegamento tra l’uscita dell’A14 e il porto. L’ha fatta Barcellona per le Olimpiadi, la progetta Milano per l’Expo 2015. Con una giusta connessione tra pubblico e privato è alla nostra portata. Si dice: no parking, no shopping. Questa potrebbe essere una soluzione».
Come risolverà la grana del Palas?
«Vendendo i negozi. Occorre mettere in campo da subito una struttura pubblico-privata per la gestione, il presidente deve essere una figura di garanzia, al resto pensano i manager».
Piazza Unità, come ne uscite?
«La soluzione va trovata con gli operatori, l’obiettivo è riqualificare l’area, non esiste un progetto calato dall’alto».
E’ vero che terrà per sé la delega del turismo?
«Se non emergeranno nomi autorevoli credo sia giusto che faccia capo al sindaco».
Tra le sette liste che l’appoggiano c’è anche Alleanza per Pironi. Chi sono?
«Persone della società civile che hanno creduto nel mio progetto».
Fuori i nomi.
«Giuseppe Migani, Gianluca Spadoni, Athos Valori, Claudio Berardi».
Un reduce di An e un ex consigliere di FI: roba del centrodestra...
«Io li chiamo cittadini, che in passano hanno altre scelte e ora si fidano di me».
Se verrà eletto rivedremo ancora i Nomadi?
«Non credo, il rinnovamento passa anche da questo. Per la colonna sonora della campagna elettorale ho lanciato un concorso su Facebook».
Addio anche alla Ferilli, quindi?
«Sarà sempre la benvenuta, ma bisogna allargare gli orizzonti. La Hunziker non sarebbe mica male...».
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