
Presepe Alluminio Riciclato:Le statuette realizzate modellando lattine e vaschette
Notizia pubblicata il 22 dicembre 2009
Categoria notizia : Turismo
A Ozzano fino al 6 gennaio, nella sala Città di Claterna di piazza Allende 18, in occasione degli eventi di Natale e fine anno, è possibile ammirare un
presepe originale. Tutto in rilucente alluminio riciclato da lattine, vassoi e vaschette. Lo ha realizzato con paziente lavoro di settimane l'eclettico artista Ermes Carassiti ritagliando, piegando e incollando materiali fino a produrre decine di piccole sculture.
Pur minato dal tremore e dagli scompensi provocati dal morbo di Parkinson Carassiti: pittore, scultore, ceramista, scrittore e fotografo non si arrende. Anzi. Dopo aver dato alle stampe, nel 2005, il libro "Acquerellogrammi; camminando fra immagini e parole", con la poetessa milanese Wanda Benati, Carassiti ha pubblicato l'anno scorso l'ironico romanzo "Di Parkinson non si muore" edito da Bacchilega; con in stampa la seconda edizione. Ora sta preparando le bozze di un altro romanzo che uscirà, nei primi mesi dell'anno prossimo, come, spiega, «storia dell'Uomo sulla terra vista in un contesto universale».
Esponente dell'associazione per le arti figurative "Urbano Parentelli", Carassiti combatte il morbo, come una sfida a se stesso, lavorando nelle ore notturne quando il tremore gli dà più tregua. Già vincitore a Ozzano del primo concorso "Adriano Vason" e del concorso "Virom", in Svezia, ha all'attivo molte mostre in vari Paesi ottenendo premi e riconoscimenti. Nell’edizi one 2007 del concorso "Le Caravelle" ha fatto man bassa di trofei vincendo il primo premio nelle sezioni scultura e acquerelli e il quarto premio nella sezione fotogra fi c a . Carassiti, sposato, due figli, lavora «quando mister Parkinson mi lascia libero per qualche ora» e non si da per vinto.
La svolta della sua vita dieci anni fa: «Sentivo disturbi a una gamba e, dopo la visita, un neurologo emise una dura sentenza: "Lei ha il Parkinson". Un male, seppi - riferisce Carassiti -, degenerativo e incurabile. Ma non vivo come un malato, continuo a modellare e a dipingere, mi sono messo a creare e fotografare bolle di sapone e a scrivere. Mi piace anche suonare e continuo ancora a guidare l’auto e a incontrare gli amici senza tante tristezze e malinconie. Io non sono malato - conclude Carassiti sorridendo - sono soltanto un… diversamente sano».
Foto by http://www.flickr.com/photos/roxelo/