Quindicimila presenze sanciscono il successo del Festival dell’Arte. L’edizione del 2010 sarà dedicata alle ‘Opere’
Notizia pubblicata il 21 aprile 2009
Categoria notizia : Sagre Feste
ANCORA meglio dell’anno scorso, ma è già ora di pensare al 2010. La seconda edizione del ‘Festival dell’arte contemporanea’ di Faenza si è chiusa tra facce sorridenti (anche quelle dei 250 volontari, nonostante una tre giorni massacrante) e voglia di iniziare subito a lavorare per le prossime edizioni.
Tra i protagonisti, un pubblico che per tre giorni non ha mai fatto mancare il proprio entusiasmo: se nel 2008 le presenze erano state diecimila, quest’anno, dicono gli organizzatori, si è andati ampiamente oltre. La stima parta di oltre quindicimila. Lo stesso entusiasmo traspare dalle parole dei curatori del Festival. «La città — commenta Pier Luigi Sacco — ha dimostrato di essere un luogo vivace, in cui la cultura assume un ruolo importante. Questo ragionamento complessivo sulle biennali darà i suoi frutti nelle prossime mostre che verranno organizzate, i cui protagonisti erano a Faenza per questo grande appuntamento».
Carlos Basualdo sottolinea «l’alto livello dei partecipanti, persone di diverse generazioni artistiche che hanno riflettuto insieme, condividendo parole e riflessioni. Si è creato un rapporto spontaneo e profondo con il pubblico, un clima utile a capire come stanno cambiando le biennali nel mondo». Il sindaco Claudio Casadio ringrazia «i tanti ragazzi che hanno invaso la città in questi giorni, dimostrando il protagonismo delle nuove generazioni e l’importanza di guardare al futuro della comunità».
NELL’ULTIMA giornata, teatro Masini strapieno per Arto Lindsay, eclettico artista newyorkese che spazia dalla musica (da 30 anni collabora con Brian Eno) alle arti visive. Arto Lindsay ha presentato il suo lavoro su parate, carnevali e processioni, assieme a Claire Tancons, che sta seguendo un percorso artistico simile: il loro lavoro rielabora la sfilata carnevalesca in tutti i suoi elementi (danze, luci, travestimenti, musiche) e ne fa un’opera d’arte. Eva Marisaldi, al museo Carlo Zauli, ha raccontato il proprio viaggio attraverso le tante Biennali a cui ha partecipato con le sue installazioni, basate su corpi in movimento e luoghi abbandonati dall’uomo.
Tra gli eventi collaterali del Festival, c’è stato spazio anche per il cinema, nel nome di Pier Paolo Pasolini: sabato sera, al cinema Sarti, la regista Roberta Torre e Ruggero Sintoni hanno presentato in anteprima due cortometraggi dedicati al granbde artista morto nel 1975, entrambi prodotti da Accademia Perduta. Due viaggi duri e per certi versi sconvolgenti: uno nel quartiere Tiburtino Terzo, tra i nuovi ‘ragazzi di vita’. L’altro nella mente di Pino Pelosi, l’uomo condannato nel 1976 per l’omicidio di Pasolini. Un festival, dunque, sempre più eclettico, con una presenza sempre più forte degli artisti, anche internazionali; nel quale si è raccontata un’arte che si confronta con un momento di ripensamento del mondo nella crisi internazionale e con un panorama globale che, come indicava il tema di questa edizione, è costellato di grandi appuntamenti espositivi.
IL TEMA dell’edizione 2010 sarà ‘Opere’. «L’opera – spiega Angela Vettese, curatrice – non può vivere senza un invito a guardarla». Un invito che molti dei partecipanti alla tre giorni di Faenza hanno tutta l’intenzione di accogliere.
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