Premio Pascoli di Poesia
Notizia pubblicata il 24 agosto 2007
Categoria notizia : Musica
È GIUNTA al suo epilogo, a San Mauro Pascoli, paese natale del grande poeta Giovanni, la settima edizione del " Premio Pascoli di Poesia" promosso da Sammauroindustria.
Un concorso nazionale di poesia in lingua e in dialetto, intitolato a Giovanni Pascoli, definito " Il Campiello di Romagna", con due premi riservati alle opere edite dopo il 1 maggio 2006: uno dedicato a una raccolta di poesia in lingua, con in palio 2.500 euro, e l'altro per una raccolta di poesie in dialetto sempre per 2.500 euro.
La giuria, composta da Andrea Battistini, Gualtiero De Santi, Claudio Marabini, Piero Meldini, Franco Brevini e Gianfranco Miro Gori (sindaco di San Mauro Pascoli), ha decretato i nomi dei vincitori che saranno premiati sabato 1 settembre alle 21.30 a Casa Pascoli.
Per la prima sezione il premio è stato assegnato a
Gianni D'Elia , 54 anni, di Pesaro, che, con il volume "
Trovatori" (Einaudi editore 2007) ha sbaragliato i concorrenti delle altre 102 opere in concorso. Il primo premio per la sezione in dialetto è andato a Ettore Baraldi, 76 anni, di Carpi, con il testo "Da par me" (edito da Alberga, I Libri di Quartino 2006) che ha prevalso sugli altri 20 concorrenti.
NELLE PRIME sei edizioni hanno partecipato al Premio Pascoli 900 poeti italiani. E con l'edizione 2007 il concorso ha passato quota mille. Un grande successo nazionale in quanto la poesia è troppo spesso quell'oggetto dimenticato della cultura italiana. Negli anni precedenti illustri poeti si sono aggiudicati il Premio Pascoli: Mario Luzi, Nelo Risi, Franco Loi, Leo Maltoni, Tolmino Baldassarri, Gianni Fucci e Giovanni Nadiani. La giuria ha motivato il premio a Gianni D'Elia per la sua poesia costituita dalle stesse sillabe sonore con cui viene composto il nostro presente: è il "bel parlare comune" con gli amici della giovinezza e con i compagni dell'utopia.
Il premio all'emiliano Ettore Baraldi, che dal 1989 vive in solitudine in Piemonte, è stato assegnato per quel processo di autoisolamento che aveva ispirato le linee maestre nelle sue precedenti raccolte che diventa ora, con l'opera "Da par me", il tessuto di una scrittura introversa e scheggiata in grado di fare percepire il mondo con lo scorrere del tempo, la lenta sparizione degli amici e dei conoscenti.