Nella mia cultura maya c’è il segreto della forza
Notizia pubblicata il 06 marzo 2009
Categoria notizia : Cultura
NON È solo una donna maya nell’aspetto, ma anche nel pensiero
«Per i nostri antenati — ha spiegato ieri Rigoberta Menchú, ospite d’onore all’apertura del forum internazionale di due giorni sul tema della forza organizzato da Praxis, società bolognese di informazione e formazione per le professioni — saper ascoltare è una delle basi della saggezza. Ascoltare le donne, gli anziani, i malati, le speranze e bisogni degli altri esseri umani».
Cinquant’anni compiuti il 9 gennaio, una terribile esperienza umana vissuta in mezzo alle dittature che hanno insanguinato il suo Guatemala (i genitori e due fratelli torturati e poi massacrtati), il Nobel per la pace del ’92 ha punteggiato il proprio intervento, al cospetto di docenti universitari, imprenditori, manager, di continui riferimenti all’antica civiltà da cui proviene.
Come per dire che, guardando al passato e alla forza dei suoi valori, il futuro può essere meno minaccioso e regalarci qualche squarcio di sorriso. «Secondo il calendario maya — ha rivelato la Menchú — questo è un tempo di massima concentrazione dei fattori negativi, le famiglie che si frantumano, le istituzioni divorate dalle corruzione e dalla mafia, la mancanza di un’energia equilibrata, il vizio di volere sempre di più. Se ognuno di noi, personalmente, non prende la decisione di cambiare la rotta non c’è via d’uscita. La globalizzazione è stata la più grande operazione di vendita della storia dell’umanità, tutti vendevano tutto a tutti e alla fine è rimasto solo lo spettacolo delle banche che hanno mentito e truffato».
E I DIRITTI umani, per i quali la Menchú che nel 2011con tutta probabilità si presenterà candidata di un partito maya alle elezioni presidenziali, ha lottato e continua a lottare con la propria fondazione? «Nel mio paese, ma anche nel resto del mondo, vige un sistema di impunità generalizzata per chi viola la politica dei diritti. In Guatemala è stata firmata in questi ultimi dieci anni una quantidà di documenti e di accordi: doveva finire il razzismo, doveva nascere un catasto delle terre, venivano stabiliti i diritti dei bambini, degli animali, dei poveri. Ma nessuno ha la volontà di rispettarli».
E anche qui l’invito della donna maya è perché ognuno, dentro di sè, si riassuma le responsabiltà che gli spettano («Se una popolazione non reagisce ai governi repressivi, che cosa può pretendere?»), puntando sulla famosa saggezza degli antichi abitatori degli altipiani guatemaltechi. «Saggezza è realismo, esperienza maturata nel tempo, senso della verità, rifiuto della menzogna, lotta non violenta contro le sopraffazioni, come quella di Martin Luther King o di Gandhi. Barack Obama — afferma la Menchú — è una grande speranza. Ma per me sono soprattutto le donne ad avere in mano la forza e l’energia del cambiamento».
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