Un'amarena forgiata ad arte. Domani la conclusione del Premio Fabbri: scelta dei vincitori e mostra
Notizia pubblicata il 26 ottobre 2007
Categoria notizia : Musica
Dal punto di vista comunicativo é la moda del momento. L'arte arriva al pubblico più e meglio di qualsiasi altra campagna di marketing o pubblicità , soprattutto quando coniuga la qualità e la storia di un prodotto con un gusto per l'innovazione che dà luce e prestigio anche all'oggetto che l'ispira.
Nel caso del Premio Fabbri, nato nel 2005 in occasione del centenario di uno dei pochi pilastri dell'industria locale ancora saldamente nelle mani della famiglia del fondatore Gennaro, non poteva che essere il famoso vaso delle amarene, simbolo del più puro stile alimentare e conserviero italiano ma ormai globalizzatosi come emblema di dolcezza e prelibatezza in tutti e cinque i continenti.
ED àˆ STATO ancora una volta il celeberrimo contenitore di ceramica a eccitare la fantasia degli artisti partecipanti alla seconda edizione che conoscerà i suoi vincitori domani alle 19 in occasione dell'inaugurazione della mostra Un secolo ed oltre, aperta fino al 25 novembre alla Fondazione del Monte di via Donzelle 2. «La novità di quest'anno - introduce Marina Mojana, la curatrice subentrata in corsa dopo la prematura e improvvisa scomparsa di Maurizio Sciaccaluga, cui si deve la selezione delle opere - é la decisione di attribuire un premio per ogni categoria: quindi ci sarà quello per la pittura, un secondo per la scultura, infine un terzo per le foto».
Rimane invece inalterato lo spirito di mecenati dei promotori che acquisteranno per la loro collezione proprio le tre creazioni risultate più gradite alla giuria di esperti capitanata dal presidente dell'azienda Umberto Fabbri e composta da alcuni degli artisti premiati due anni fa: Fulvio Di Piazza, Aldo Damioli, Roberto Floreani, Gianmarco Montesano.
Quale tipologia prevale tra i concorrenti di quest'anno?
«Senz'altro la pittura - spiega la Mojana - ma c'é anche una buona dose di scultura e bassorilievo e qualcosa in foto anche se la rielaborazione digitale delle immagini le fa sempre di più assomigliare a espressioni di multimedialità . In mostra si vedranno comunque anche opere fuori concorso, arrivate troppo tardi per partecipare alla gara o che non hanno le caratteristiche richieste dal bando ma che sono tuttavia meritevoli di essere esibite. Le adesioni sono arrivate massicce dall'Emilia, ma anche da Lombardia, Liguria, Sicilia. A rappresentare, veramente, tutto lo stivale».
ECCO allora la lista dei magnifici diciotto la cui fantasia é stata fertilizzata dal rosso Fabbri: Matteo Bergamasco, Davide Coltro, ConiglioViola, Vanni Cuoghi, Andrea Di Marco, Michelangelo Galliani, Marcello Jori, Paolo Maggis, Nero, Giuseppe Rado, Antonio Riello, Giovanni Ruggiero, Andrea Salvatori, Nicola Samorì, Adriano Tetti, Nicola Vinci, Massimiliano Zaffino, Luca Zampetti.
Chi sono i suoi preferiti?
«Premesso che il linguaggio della contemporaneità permea tutti e l'immaginazione nutrita dalla tv, dal fumetto, dal cartoon li mette un po' tutti sullo stesso piano, come se il senso della profondità e della storia non appartenesse a questa generazione cresciuta a Internet, é diffusa la freschezza del gioco imbastito sul bianco, il rosso e il blu. Ma i miei preferiti sono Di Marco e il suo “Peso dolce†per la visionarietà del carretto dei traslochi che si carica anche del grande vaso, e poi Luca Zampetti, un pittore di città e d'incroci metropolitani che ha usato colori acidi, ma non il rosso, per rappresentare una squillo in tacchi a spillo, avida anche di amarene e gelosa del contenitore che ne é pieno. Ma merita una menzione a mio avviso anche il ceramista Andrea Salvatori, già secondo al Premio Faenza 2007, che ha raffigurato un drago che ghermisce il vaso e planandovi sopra lo rompe in mille pezzi facendo sgorgare, e qui sta tutto il suo fascino e l'ambiguità che lo rende irresistibile, una colata di rosso. Sangue o succo?»
Il sodalizio arte-industria serve più alla prima o alla seconda?
«L'arte esprime una qualità di vita che l'industria commercializza attraverso i suoi prodotti. Nel caso della Fabbri l'innovazione della tradizione passa anche attraverso queste iniziative che in altra maniera esaltano la medesima filosofia: l'arte fa stare bene perchè circonda di bellezza e di armonia le vite di tutti. Ma ha anche un potere dirompente, in grado di smuovere un intero sistema perchè l'artista é per definizione libero e quindi pericoloso. L'amarena é dolce e concilia ma é stata anche in grado di scardinare i mercati».