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Il portale cambia padrone: l'Enit tenta il decollo

Notizia pubblicata il 02 novembre 2007



Categoria notizia : Turismo


Ha cambiato «padrone» il vituperato portale nazionale del turismo, www.italia.it.
La gestione é passata in mano all'Enit, Ente nazionale turismo. Ne dà  notizia l'assessore regionale Guido Pasi: «La novità  risale a mercoledì. Quando il consiglio di amministrazione di Enit ha deciso di prendere in mano la gestione del portale». Decollerà ? Dubitare é lecito.

L'ultima spiaggia per il portale?
«Mah, vedremo - continua Pasi -. Come Regioni non siamo ancora state coinvolte, né ci sono giunti fondi relativi».
Ora passa tutto all'Enit: non crescerà  così il distacco dai territori, con risultati surreali già  visti sul portale, tipo «Gioacchino Fellini nato a Pesaro», o la foto del porto di Cesenatico cliccando su Rimini, e mille altre bufale? «L'Enit gestirà  il portale - aggiunge l'assessore al Turismo dell'Emilia Romagna - ma le Regioni faranno il cosiddetto ‘popolamento'. Cioé lo riempiranno di contenuti. Per é ancora da superare una serie di problemi tecnici. Del resto, lo stesso Rutelli ha dichiarato di recente che se il portale non decolla é meglio chiuderlo. Minacciando di rivolgersi alla Corte dei Conti».
La Riviera tira le orecchie alla Regione, accusata di scarsa attenzione sul turismo, con poche risorse. Che dice? «Che rifinanziamo la legge 40 sulle ristrutturazioni alberghiere, con 4 milioni per il 2008. E sempre per il 2008, ci saranno 10 dei 70 milioni di euro in 7 anni di fondi Ue».
Quei fondi ammontano a 1.000 milioni per l'Emilia Romagna. Al turismo solo briciole, secondo l'Associazione albergatori di Rimini. «Beh, rispetto allo zero di altre volte, non mi pare neanche male», taglia corto Pasi.
«Quella percentuale, 70 su 1.000, cioé il 7%, dà  la dimensione esatta di come viene trattato il turismo dalla Regione - commenta la presidente Aia, Patrizia Rinaldis -. E' tra le prime industrie a livello nazionale. Se non ci considerano settore rilevante, un'industria come invece siamo, lo dicano e ne prenderemo atto». Quanto al portale, crede potrà  risorgere? «E' un triste vicenda. Anzi, una vergogna. Dico solo che costa 50 milioni di euro. Buttati al vento, mentre al nostro settore, nell'intera Emilia Romagna, forse arriveranno 10 milioni. Faccia lei».