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L’occhio critico che esplora Israele Amos Gitai protagonista al Porretta Festival

Notizia pubblicata il 28 novembre 2008



Categoria notizia : Sagre Feste


NON VUOLE esprimere un giudizio ma è fortemente interessato a offrire l’occasione per una riflessione su uno dei più grandi drammi del nostro tempo, quello israelo-palestinese. La sua principale caratteristica è sempre quella di promuovere i circuiti alternativi, valorizzare gli autori che affrontano contraddizioni della nostra società.

Ecco perchè il Porretta Cinema Film Festival, dopo aver ospitato Bellocchio, Rosi, Loach, Mikhalkov, Avati, Parker e Monicelli, dedica questa sua settima edizione dall’1 al 7 dicembre (nel bel mezzo di una stagione cinematografica che vede in distribuzione alcuni importanti film di cineasti israeliani e proprio ieri a Torino Lemon Tree di Eran Riklis), al regista Amos Gitai. Che, come sottolinea Andrea Morini della Cineteca di Bologna, «sfugge a una definizione.

Non è né israeliano né tantomeno apolide». Ma è nato ad Haifa, anche se dopo l’uscita dei primi film fu costretto a migrare a Parigi, e della sua terra natale ha sempre fatto il centro del suo cinema. Riservandole uno sguardo a volte crudo e guardando alla politica del suo paese e alla vicenda con la Palestina con occhio critico. «Infatti in Israele — commenta Giacomo Martini, direttore artistico — è tutt’altro che amato».

E il 7 dicembre alle 15.30 sarà proprio in questa cittadina così forte di energie intellettuali già dal 1960, quando il festival, come “Mostra del cinema libero” nacque ad opera del porrettano Giampaolo Testa (presidente) e degli amici romani tra cui Zavattini, per incontrare al teatro Testoni, il pubblico e la critica. Nella serata alle 20.30 e 22.30, al cinema Kursaal, sede delle proiezioni, saranno programmati Free Zone del 2005, la storia di due donne che compiono un viaggio pieno di imprevisti tra intrighi politici e illegalità e Désengagement del 2007, riconciliazione tra due fratelli sullo sfondo delle vicende di Gaza.

L’INIZIO di questo importante tributo a Gitai è invece per lunedì alle 20.30 con Ester, girato nel 1986, quando già la sua filmografia era forte di 12 anni di esperienza, avendo realizzato il primo film Ahare nel 1974, quando aveva 24 anni, l’anno dopo esser stato ferito nella guerra del Kippur dove faceva il servizio militare, parte di una squadra di soccorso. Gli altri titoli scelti sono Berlin-Yerusalem del 1989, Golem, l’esprit de l’exil del 1992, Yom Yom-Giorno per giorno del 1998, il corto del 2002 11 settembre, Kadosh-Sacred del 1999, Kippur del 2000 e Promised Land del 2004.
ANCHE quest’anno il festival ha prodotto un numero speciale di Cinema Libero dedicato a Gitai, che sarà distribuito a tutti i partecipanti gratuitamente e che, grazie al sostegno di Coop Adriatica, sarà spedita a tutte le biblioteche. E’ sempre Coop, attraverso Mattia Fontanella, a proporre un’idea per l’edizione 2009 agli organizzatori: ovvero quella di portare qualche anteprima del festival nella nuova struttura dell’ex cinema Ambasciatori di Bologna che aprirà la prossima settimana. Per aprire una finestra porrettana in città. Molto probabilmente sarà un grande regista italiano ad animare la programmazione dell’ottavo anno, come suggerisce — senza svelarne il nome — l’assessore alla cultura di Porretta Sergio Sabattini. Uno che partecipò alle prime edizioni del cinema libero negli anni sessanta, rivela l’assessore, insinuando una morbosa curiosità nei cinefili.

foto di http://www.flickr.com/photos/