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Società unica per le Fiere e un sistema con tre poli su Bologna, Parma e Rimini

Notizia pubblicata il 17 dicembre 2010



Categoria notizia : Turismo


I numeri non mancano: 106 eventi, 2,5 milioni di visitatori, 33mila espositori e 1,1 milione di metri quadri di superfici affittate (consuntivi 2009 elaborati da Cermes Bocconi). Il bicchiere in fondo è mezzo pieno, tanto che il polo fieristico dell’Emilia-Romagna si consolida al secondo posto in Italia e tra i primi in Europa, nonostante l’«erosione» complessiva che «prosegue dal 2007» e la crisi economica che ha fatto la sua parte, ovviamente in negativo.

All’orizzonte ci sono alleanze e integrazioni, una specie di rivoluzione nella governance degli expò della via Emilia che, per un volta, pare percorrere la direzione opposta rispetto al cosiddetto policentrismo da sempre punto di riferimento della Regione Emilia-Romagna. È tutto ancora da definire, come l’ipotesi di una società unica per la gestione, ma qualche anticipazione sul sistema tripolare la dà l’assessore regionale alle Attività produttive Giancarlo Muzzarelli.
«Entro il 2011 dovremo arrivare a una riorganizzazione del sistema fieristico, per valorizzare i punti di forza e rendere più efficiente il suo funzionamento ». E allora l’idea è quella di una sorta di triangolo che a nord faccia capo a Parma, al cui capezzale dovrebbero confluire Piacenza e Reggio Emilia, e in Romagna ruoti intorno a Rimini che farà da punto di riferimento per Forlì e Cesena. Insomma, il modello Bologna (che già controlla come socio di maggioranza gli expò di Modena e Ferrara) verrà in un certo senso replicato per l’Emilia da un lato e la Romagna dall’altro.
«Una società unica? La formula è da studiare - aggiunge Muzzarelli - non sono a rischio le manifestazioni né le strutture, ma un’operazione incentrata su alleanze e integrazioni è ormai indispensabile». La strategia d’altronde è chiara: «Sostenere e rafforzare le filiere produttive della regione - spiega l’assessore - puntare sul “made in Emilia” da promuovere anche all’estero e armonizzare il sistema fiere per renderlo una vetrina completa, qui e all’estero, in funzione dell ’inter nazionalizzazione delle nostre imprese».
Investimenti in termini di funzionamento e promozione, risparmi in termini di gestione. «È chiaro che Bologna faccia in qualche modo da traino - aggiunge Muzzarelli - soprattutto in tema di internazionalizzazione.
Nondimeno l grandi manifestazioni sono andate bene, nonostante la crisi».