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Pippo, compleanno blindato

Notizia pubblicata il 12 agosto 2001



Categoria notizia : Turismo


MILANO MARITTIMA - Pippo prima arriva qui, non va là, l' hanno visto su, mi ha giurato che viene giù. E' la notte di Inzaghi, questa in cui dovrebbero cadere le stelle, ma in cui nessuno guarda il cielo perché tutti aspettano l' ultimo diointerra della pedata, che sciupa le femmine come i portieri. E' stato uno dei personaggi più luccicanti dell' estate, 60 miliardi pagati dal Milan alla Juve, e migliaia di voci che lo volevano fidanzato su tutti i canali con le soubrette più avvenenti dell' etere.

Milano Marittima l' ha prenotato per fargli la festa di compleanno, e lui ci si è buttato a pesce. Lo aspettano una torta e mille bicchieri da cin cin in discoteca, ma prima lo portano a cena al Papeete, spiaggia di tendenza in cui Inzaghi è di casa.

Lo accompagna Chicco del Pineta, che non è un campione sudamericano ma il proprietario del locale che accoglierà Inzaghi, padrino di tutti i calciatori che passano di qui. «Vieri non viene, Cuper gli ha dato solo un giorno di riposo». Il Papeete è aperto a tutti, ma in pochi sanno che sta per arrivare SuperPippo. Quando sbuca in camicia bianca e jeans, non se ne accorge quasi nessuno. Poi arrivano le telecamere di Verissimo, accendono i faretti, e la folla si sposta ai bordi del ristorante che si affaccia sulla spiaggia. Inizia in quel momento la lunga processione di curiosi, piccole e grandi fan, amici degli amici, pupe e bambini, che vogliono almeno spiare il centravanti arrivato verso sera. Qualcuno ottiene perfino udienza, per una stretta di mano o addirittura un bacino sulla guancia.

In un tavolo vicino, c' è Bob McAdoo, che fu una vera star del basket Nba e poi protagonista della mitica Milano di D' Antoni e Meneghin, ma che qui probabilmente tutti scambiano per un cubista. Quella ressa è comunque roba da ridere rispetto alla montagna di gente che attende Inzaghi al Pineta. Dovrebbe arrivare alle 11, poi a mezzanotte, e invece spunta solo dopo l' una. «Ciao a tutti e buon divertimento», sono le sue pregnanti dichiarazioni ufficiali alla tv, in una notte che vorrebbe essere privata. Lo trascinano al tavolo, tra gli ululati e le spinte di un rumoroso codazzo in cui spiccano le ragazze dello staff, scelte dal metro e ottanta in su.

Sedersi di fianco a Inzaghi, è il grande obbiettivo della serata. Si finisce in tv, come minimo, o nella fittissima agenda del golden boy, se proprio va fatta bene. Un gorilla tiene lontano i curiosi, cioè tutti, e qualcuna prova a corromperlo: «Io sono stata con lui l' anno scorso, me lo fai salutare almeno?». Il gorilla, come le scimmiette, non sente, non parla e non vede nessuno. Fa solo di no con la testa, mentre dietro di lui sfila la torta di fragole e panna, con gli auguri per Pippo.

Il dj urla buon compleanno all' ospite d' onore, la sala fischia e applaude, l' assedio al divanetto d' onore si fa asfissiante. Inzaghi pare più imbarazzato che divertito (se però preferiva una festa discreta, sceglieva Pejo anzichè Milano Marittima), esce scortato da due buttafuori e s' infila negli uffici di Chicco del Pineta, a rifiatare.

Poi torna in pista, ma di ballare ancora non se ne parla, perché come si muove, si spostano le masse. Torna al divanetto, dove il festeggiato pare Ariedo Braida, direttore sportivo del Milan, che tiene banco con chiunque passi nei paraggi. Alle 3 di notte il muro di ragazzi e ragazze che staziona di fronte al tavolo di Inzaghi, è ancora lì, immobile, in attesa di un cenno o un varco in cui infilarsi. Al Pineta ci sono anche altri calciatori, Scapolo e Centofanti ad esempio, reduci da una fallimentare stagione a Ravenna (nel senso più tributario del termine) e si attende l' arrivo di Liverani, che ha prenotato un tavolo destinato a rimanere vuoto.

Inzaghi, intanto, si ritrova al fianco ogni volta una persona diversa, molto spesso del gruppo di bellone del locale, che si danno il turno per affiancarlo. Una prigione dorata, se vogliamo.

«Arriviamo fino alle sette di mattina», urla il dj. Sono le 3 e mezza. E più che una promessa, sembra una minaccia.

photo by: http://www.flickr.com/photos/remuz78/