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Pietrapazza, così rivive un paese deserto. Villaggio fantasma dal ’71, domenica la festa

Notizia pubblicata il 04 settembre 2009



Categoria notizia : Fatti Curiosi


TORNA PUNTUALE come sempre, nella prima domenica di settembre, la festa di Pietrapazza la località che dà il nome alla omonima vallata del Bidente.

Attraverso un passaparola silenzioso ed efficace, senza manifesti e dépliant multicolori e costosi, centinaia di persone, ex residenti e non solo, si ritrovano fin dal primo mattino nel piazzale antistante la Chiesa di San Eufemia costruita ex novo nel 1938 (nella foto l’inaugurazione) sotto la spinta del parroco Domenico Zanchini e di tutti i capifamiglia.

Pietrapazza è posto a 734 metri di altitudine, alle falde del monte Acuto. Una terra difficile da vivere, tormentata geologicamente (da cui forse il termine pietrapazza), con suoli poco adatti alla ceralicoltura che favoriva l’allevamento ovino e bovino. La coltivazione di cerali e di patate era volta essenzialmente all’autoconsumo e il frumento produceva meno di 10 quintali per ettaro contro i 40 della pianura. Nonostante le difficoltà il popolo di Pietrapazza contava al suo culmine ben 40 tra poderi e mulini con 18 fossi che alimentano ancora oggi uno dei rami principali del Bidente. Gravitante fin dal 1082 nell’orbita culturale ed economica del vicino Monastero di Camaldoli, la località ha raggiunto il numero massimo di residenti (245) nel 1789 per stabilizzarsi sui 200 fino ai 218 del 1921 e poi scendere lentamente ma inesorabilmente ai 167 del 1945, ai 125 del 1951, ai 66 del 1961 ed azzerasi nel censimento del 1971.

RAGGIUNGIBILE da Poggio alla Lastra e, solo in questa occasione, dalla pista forestale chiusa al traffico veicolare del Nocicchio, lungo la strada dei Mandrioli, per favorire l’accesso delle famiglie della comunità romagnola che dopo il grande esodo degli anni ‘ 60 e ‘ 70 sono andati a cercar fortuna in Toscana. E’ una atmosfera vera, particolare quella della festa di Pietrapazza, ancora genuina e senza inutili orpelli consumistici. Ma quando si incontrano le famiglie dei Rossi, degli Amadori, dei Milanesi, dei Marianini, dei Fabbri, dei Beoni ed altri lo spettacolo è assicurato. Il programma prevede alle 11 la celebrazione della messa officiata da frà Gianluigi, superiore dell’ordine religioso dei Fratelli di San Francesco cui sono stati affidate, da parte della parrocchia di Santa Sofia proprietaria degli edifici, la chiesa e la canonica per farne un eremo per il loro ordine religioso. Pranzo alla sporta e giochi tradizionali come la morra, la piastra e tante chiacchere caratterizzeranno il lungo pomeriggio. ma l’antico cimitero silente aspetta ancora l’intervento delle istituzioni prima che il degrado totale cancelli del tutto un altro segno della pietà umana delle genti di montagna.

photo by http://www.flickr.com/photos/magnipier