Bersani e Letta al Meeting di Rimini senza fischi
Notizia pubblicata il 25 agosto 2007
Categoria notizia : Musica
Bersani e Letta a braccetto da Cl. Ma non ci sarà ticket nel Pd. Quasi un'ovazione al Meeting di Rimini, dopo i fischi a Fassino
- RIMINI -
PIERLUIGI Bersani è a braccetto con
Enrico Letta e il pubblico che affolla il Meeting di Cl applaude;
non è un'ovazione, ma quasi. Sono le tre del pomeriggio; in quello stesso salone, neanche 24 ore prima, il segretario dei Ds Piero Fassino era stato accolto male. A fischi.
SI CAPISCE SUBITO quale centro-sinistra piace, o perlomeno sopporta, il popolo ciellino. «Quella che ragiona» commenta, fa da tramite, Giorgio Vittadini, uno dei capi storici di Cl. Sopportare non vuol dire votare e infatti qua dicono che tanto «nessuno di noi il 14 ottobre andrà a votare alle primarie del Partito Democratico». Certo, dovrà vincere qualcuno: « E allora tifiamo Letta» si è fatto scappare lo stesso Vittadini.
Letta è un vecchio amico del Meeting. Gli altri candidati per la leadership del Pd no. Rosy Bindi, una degli undici ministri che al Meeting non c'è mai stato, è vista ad esempio male, per non dire peggio. Letta no. Lui piace.
Ieri da Rimini ha lanciato il Wiki-Pd, cioè «
un partito orizzontale, non deciso dall'alto, capace di lavorare in rete, proprio come l'enciclopedia online wikipedia». E quando dice: è chiaro che da queste parti sfonda una porta spalancata. C'è un aneddoto, curioso, al proposito: cinque anni fa Maurizio Lupi di Forza Italia, braccio destro di Formigoni, s'invento l'idea di creare un intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, quello che ultimamente ha partorito l'idea del 5 per mille nella dichiarazione dei redditi.
Lupi chiamò subito Letta e quando Letta estese l'invito ai suoi compagni popolari, si narra che la Bindi quasi se lo mangiò: «Con quelli non schierarti». Cl e la Bindi non si prendono.
E CL NON SI PRENDE neppure troppo con Veltroni. «Molto fumo e poco arrosto» si fa scappare qualcuno. E così, tolti gli altre candidati outsider Adinolfi, Gawroski e Schettini, tolti Veltroni e la Bindi, chi ti resta? Lui, l'ex baby prodigio della politica italiana, nipote del Letta di Berlusconi. A dire il vero Raffaello Vignali, presidente della compagnia delle Opere, ha cercato fino all'ultimo di convincere il suo grande amico Bersani (l'anno scorso presentò addirittura un libro di don Giussani) a candidarsi come anti-Veltroni. Sognava un'accoppiata Bersani-Letta, ma?.
Ma ieri abbiamo visto che Letta girava a braccetto con Bersani e allora qualcuno ha pensato: non sarà che si ricrea l'accoppiata, quel benedetto ticket paventato all'inizio dell'estate? No. Almeno ufficialmente no.
BERSANI È CHIARO: « Io appoggio Veltroni». Poi ha spiegato la passeggiata a braccetto dicendo: «Non ci deve essere scontro fra di noi. Ci vuole un tono amichevole e colloquiale». E Letta gli dice: «Hai ragione». Per evitare guerre in famiglia si affida addirittura a San Paolo: «Ho fatto mettere all'ingresso nel mio ufficio elettorale una sua massima: gareggiate nello stimarvi a vicenda». Poi aggiunge: «Ma se mi attaccano reagisco»: Veltroni avvisato, Veltroni salvato.
Letta si candida pure a fare il pompiere: « Ci vuole tregua fiscale. Sarà una Finanziaria di tregua fiscale». Bersani conferma: «Macché finanziaria di lacrime e sangue, Tremonti si sbaglia». Sono d'accordo su tutto questi due signori. Però non si sposano. Non saranno amanti? Se sì, manca il cornuto: indovinate voi chi è.