L’ex calciatrice Pia Parrini ora costruisce insolite Natività. Artista dei presepi di bacche
Notizia pubblicata il 19 febbraio 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
L’ARTISTA dei presepi. Non c’è miglior definizione per Pia Parrini, nata a Brisighella ma cresciuta a Savarna dove tuttora vive. Eppure lei preferisce parlare di sé come una semplice ‘hobbista’ capace di realizzare manufatti originali assemblando materiale esistente in natura, raccolto con la pazienza di un collezionista.
Per averne un’idea, basta recarsi alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Savarna dove, fino al 20 febbraio, si può ammirare il suo ultimo presepe che si ispira alla natura e ai suoi migliori frutti, per lo più gemme, baccelli o bacche di cipresso, glicine, e tante altre piante o alberi. Per cinque anni ha incantato tutti con il suo presepe in stile marino, a base di conchiglie, crostacei, molluschi e pesci.
Com’è nata l’idea del nuovo presepe?
«Osservando una sfera pelosa, il fiore femminile del platano, che somiglia vagamente al riccio di castagno. Aprendola ho scoperto una sorta di nocciolo, avvolto in una nuvola di fiocchi che tengono uniti i capolini penduli esterni. Ho pensato che ogni elemento nella sua semplice perfezione potesse essere utilizzato per realizzare statuine. Così è cominciata, la primavera scorsa, la mia raccolta di foglie, petali, semi, noccioli e qualsiasi cosa esistente in natura che mi ispirasse qualcosa. In un pollaio, per esempio, ho trovato una enorme ragnatela che, dopo un attento processo si sterilizzazione, ho usato per creare il mantello di un pastore».
Lei è stata una delle prime donne in Italia a giocare a calcio. Per vent’anni, dal 1967 al 1987, ha militato in serie A. Cosa ricorda di quel periodo?
«L’episodio che non dimenticherò mai riguarda la primavera del 1968. Trasferta a Praga. Dovevamo rimanere venti giorni, ma siamo state ‘sequestrate’ e tenute isolate per quaranta. Il nostro interprete è stato preso e imprigionato. Non ne ho più saputo nulla fino al 1983, quando in occasione di un’altra trasferta, l’ho rincontrato e mi ha raccontato della sua prigionia in Siberia durata otto anni».
Da Natale a oggi il suo presepe è già stato visitato da migliaia di persone e c’è chi le ha proposto di portarlo a Roma l’anno prossimo. Cosa ne pensa?
«Non c’è nulla di concreto per il momento. Il mio posto è qui a Savarna e sono contenta dell’ottima visibilità che ho ricevuto».
foto by http://www.flickr.com/photos/krisdecurtis