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Un’amica di 14 mesi aiuta gli ospiti della casa protetta. Bagnacavallo, partito progetto di pet therapy

Notizia pubblicata il 25 aprile 2009



Categoria notizia : Cultura


E’ PARTITO il progetto ‘Scodinzolando contro la solitudine’, rivolto agli anziani della casa protetta ‘Fratelli Bedeschi’ di Bagnacavallo e svolto con la collaborazione del gruppo di volontariato Cinoservizio di Lugo.

«Il progetto di pet therapy — spiega Pierluigi Ravagli, presidente dell’Asp — fa parte di un più ampio progetto che vede coinvolte in tempi diversi le strutture gestite dall’Asp dei Comuni della Bassa Romagna. A Lugo (Rsa) e Fusignano si è appena concluso, a Cotignola e Conselice si svolge contemporaneamente a Bagnacavallo, mentre a Voltana partirà il 15 settembre e si protrarrà fino al 15 novembre». Come nelle altre strutture, alla casa protetta ‘Fratelli Bedeschi’ il programma si svolge nell’arco di dodici settimane e prevede incontri a cadenza settimanale fra gli anziani ospiti della struttura e Nina, una golden retriever di 14 mesi condotta dalla volontaria Irene Zamboni, specializzata in Veterinaria all’università di Pisa con un master in ‘Terapie coadiuvate e assistite dagli animali - l’operatore con il cane’.
I BENEFICI procurati da questa attività agli ospiti della casa protetta, del centro diurno e della Rsa gestiti dall’Asp della Bassa Romagna vengono documentati da schede compilate settimanalmente da Maria Grazia Galassi, animatrice delle strutture di Bagnacavallo. Si va da un semplice ‘miglioramento del tono dell’umore’, che persiste anche nelle ore successive all’incontro con il cane, a piccoli, ma significativi progressi negli anziani che normalmente sono in stato di agitazione e che, a contatto con il cane, recuperano un po’ di serenità e migliorano nelle modalità di relazione interpersonale. L’incontro con il cane riesce ad alleviare la sensazione di solitudine o di isolamento in cui vivono alcuni degli ospiti.
IL TERMINE pet therapy fu usato per la prima volta dallo psichiatra Boris Levinson (1953) nel libro ‘Il cane come co-terapeuta’. Lavorando con un bambino autistico, Levinson si rese conto dello scambio affettivo e delle possibilità di gioco che il cane sapeva offrire al suo piccolo ‘paziente’, rendendo più efficaci le sedute terapeutiche.

Nel 1961 questo termine venne utilizzato per indicare una terapia mediata dalla presenza di animali domestici come gatto, cane e coniglio. Terapia che affianca, non sostituisce, le terapie tradizionali, potenziandone gli effetti. Lo Stato italiano ha riconosciuto ufficialmente la pet therapy e sulla Gazzetta Ufficiale n. 51 del 6 marzo 2003 venne pubblicato l’accordo con le Regioni sul benessere degli animali da compagnia e le attività e terapie assistite da animali.

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