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Con l’opera dell’artista si completa la decorazione della chiesa sconsacrata di via Nazario Sauro
Notizia pubblicata il 21 gennaio 2010
Categoria notizia : Cultura
Parmiggiani in San Giorgio in Poggiale L’enorme affresco è stato collocato nell’abside dell’altare maggiore
La Fondazione Carisbo, rinnovando un’antica ma ormai rara tradizione di committenza pubblica, con questo nuovo progetto porta a compimento la decorazione artistica della biblioteca di San Giorgio in Poggiale.
Nello spazio della chiesa di via Nazario Sauro che ha mantenuto intatte le sue antiche strutture l’o p era di Claudio Parmiggiani, di imponenti dimensioni, si inserisce quasi per via naturale nelle tre specchiature concave dell’abside, a formare con l’altra sua opera Campo dei Fiori, già presente sull’altare maggiore, un’unità poetica e altamente simbolica.
Dipinto dal fuoco e dal nerofumo nei tre grandi riquadri del coro, lo straordinario affresco appositamente concepito da Parmiggiani per l’a bside della chiesa di San Giorgio, è un commentario sull’a ssenza e sul tempo. Realizzata tecnicamente attraverso una messa in opera vertiginosa, l’o p era , monumentale inno alla sacralità della parola, si mostra come il risultato silente. di una sconvolgente tragedia. Di una antica, metaforica biblioteca restano in quello spazio le ombre e un’aureola di cenere, materia penitenziale.
La traccia ancora visibile della fiamma che quei libri ha lambito, è impressa come stimmate nel corpo dell’edificio e si impone nello sguardo dell’osservatore, quasi tragica allegoria della ferita che il luogo ha ricevuto nel suo passato. Il risultato ottenuto, a metà strada tra il fisico e lo psichico, è di una grande intensità poetica e costringe a riannodare i fili di una memoria suggerendo una differente percezione del tempo e dello spazio.
Luogo di cenere e di ombre e anche parola che rinasce dalla sua cenere. «Più niente, restava il soffio» scrive Mallarmè in Igitur. Più niente, più nessun abitante, più nessun oggetto, solo la luce, l’alito creatore, visibili nella loro fragile impronta di polvere. L’aria, il respiro, l’incorporeo, l’immater iale sono la materia sublimata, il medium stesso di questa o- Due immagini della sala di Giasone dipinte dai Carracci.