Ma gli animali selvatici, non sono dei pelouche
Notizia pubblicata il 17 settembre 2007
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Dai centri LIPU l'appello a rispettare gli uccelli rapaci
SI CHIAMAVA Alex ed è morto nei giorni scorsi all'età di 31 anni.
Era un pappagallo cinerino diventato famoso perchè era in grado di sostenere una conversazione con la sua padrona, la professoressa Irene Pepperberg, psicologa all'università di Harvard
storia di Alex parrebbe confermare che anche con animali selvatici è possibile instaurare rapporti affettivi.
"Ma non creiamo entusiasmi, il pappagallo non è facile da gestire" spiega Mercedes Lombardo responsabile del centro LIPU di recupero della fauna selvatica "Croce Alata" di Reggio Emilia, e proprietaria di un pappagallo.
"Alex era famoso perchè distingueva forme e colori, cosa che non fa la maggior parte dei pappagalli, che però impara a parlare.
Assimilano facilmente le associazioni, i suoni, possono imitare lo squillo del telefono
-prosegue Angela Lombardo-.
Però sono animali che vanno saputi gestire.
Sono gelosi e possono diventare aggressivi, se soffrono di stress si strappano le penne.
A chi vuole un pappagallo consiglio di leggere molti libri, documentarsi, e rivolgersi a venditori seri che rilascino il certificato Cipes previsto dalla legge. E consiglio di far visitare l'uccello da un veterinario in quanto i pappagalli sono soggetti a malattie come la psittacosi".
AL DI LÀ dei pappagalli, è possibile instaurare un rapporto con gli uccelli selvatici?
"E' sbagliato farlo. Molti raccolgono i piccoli delle civette, sembrano dei pelouche, ma quando crescono diventano aggressivi e li portano al nostro centro. Sono animali abituati all'uomo e non potranno essere mai più reinseriti nel loro habitat. - spiega Mercedes Lombardo e prosegue- La stessa cosa capita con corvi, gazze, tortore, colombi. Sono uccelli ricettivi.
Abbiamo avuto una gazza che per attirare l'attenzione svitava i tappi delle bottiglie d'acqua e staccava la cornetta del telefono!
E ricordo Ignazio, una cornacchia che non poteva essere reintrodotta in natura perchè era cresciuta in una famiglia.
Quando è diventata impegnativa ce l'hanno portata e l'abbiamo affidata a un ragazzo. Ignazio disponeva di un ampio cortile e sembrava bene adattato.
Peccato che per difendere il territorio assalisse i passanti e quando aggredì una vecchietta e le rubò gli occhiali, fu riportato da noi...".
"I selvatici devono restare tali- fa eco Angela Damiano responsabile del Centro Recupero della Fauna Selvatica LIPU di Casacalenda nel Molise-.
I rapaci non sono stupidi, quando ce li portano associano il rumore che si fa aprendo la gabbia al cibo, e non ci attaccano ma aspettano da mangiare. Ricordo un falco pellegrino cieco da un occhio, che a modo suo era anche affettuso... Ci arrivano molti animali vittime del bracconaggio, è una vera piaga.
Abbiamo lanciato una petizione per impedire la caccia in deroga a piccoli uccelli di specie protette, si può aderire anche on line alla voce "Uccisi per divertimento" sul sito www.lipu.it ".
"LA LEGGE 157 del 1992 vieta la detenzione di animali selvatici ma non sempre è un deterrente" ribadisce Francesca Manzia, responsabile del Centro Recupero Fauna Selvatica della Lipu di Roma, che di casi curiosi ne ha visti parecchi: "Un anno fa ho curato un lupo preso al laccio dai bracconieri, ci andavo solo per il tempo strettamente necessario alle cure per non abituarlo alla presenza umana. Lui era docilissimo, si lasciava fare tutto quasi capisse che era per il suo bene.
Una volta guarito è stato riportato nel Paeco del Gran Sasso dove vive il suo branco". Quindi niente animali selvatici al centro Lipu di Roma? "Veramente c'è una mascotte - conclude Francesca Manzia-.
E' una cornacchia grigia che non può volare a causa dell'alimentazione sbagliata che le hanno dato da piccola: l'hanno allevata a colomba pasquale! La mostriamo come esempio di tutto quello che non si deve fare con un uccello selvatico".
foto by martino.pizzol