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Panariello fa del suo meglio ma non in tv, A Forlì il nuovo spettacolo teatrale

Notizia pubblicata il 30 settembre 2007



Categoria notizia : Spettacoli


SULLO SFONDO, un grande schermo che pare la televisione ma può anche essere il grande scenario della vita.

Scende una scala perché “Naomo” deve fare l'entrata da star. Va in scena così Giorgio Panariello, chiamando “Ciccio” il suo maggiordomo che poi intuisci che é Berlusconi.

àˆ uno dei personaggi che ama di più Naomo, che poi pare proprio Briatore.

Non poteva non essere tra le maschere e le storie che il comico toscano racconta nello show Faccio del mio meglio... ancora, il prossimo 3 ottobre al teatro Fabbri di Forlì.

UNA TOURNàˆE che riparte dopo anni di successo, come spiega lo stesso Giorgio nazionale: "àˆ un po' come fare la sintesi della mia carriera fin qui, é la puntata che in televisione si chiamerebbe Il meglio di.... Il bello per me é che sono a teatro, su un palco, con la libertà  di proporre quello che voglio io. Ho scelto i personaggi con un'anima, Naomo certamente ma anche Renato Zero che ormai é la mia seconda identità ".

Uno spettacolo a Forlì é un po' come fare la vacanza, ci torna ogni anno, in Romagna, e non ne farebbe mai a meno: "Tutte le estati faccio un po' di vacanza a casa mia, in Versilia. Poi però per vedere gli amici é qui che vengo, da Milano Marittima in giù. La vita vera é qui, mica in Sardegna. Del resto, si é sparsa la voce che io e Naomo siamo qui ad agosto e chi ci va più a Porto Cervo. E poi, é su questa terra che ho cominciato. Ho vinto qui Stasera mi butto e con me hanno cominciato Ficarra e Picone, Gabriele Cirilli. Ho ricordi cari di Gigi Sabani che presentava quella trasmissione".
Un momento di malinconia, un attimo solo per dire "Ciao Gigi". Poi torna a sorridere mentre pensa allo spettacolo, non c'é mai una serata uguale all'altra e il copione si adatta alla gente, alle risate che arrivano dalla platea.
Spunti dall'attualità  se ne trovano a volontà , ci prova pure Panariello a diventare predicatore delle folle, a un passo dall'impegno politico?
"Per carità , penso che l'attualità  faccia ridere da sola e non sento il bisogno di avventurarmi troppo.

A me interessa la vita vera, mi piace incontrare qualcuno del posto, gente di Forlì che possa svelarmi qualche segreto, qualche proverbio in dialetto".

Poi passa a prendersela ancora con gli sms che capisce solo chi li scrive, senza più vocali e con tutti i simboli matematici al posto delle parole.

E poi, le istruzioni per i medicinali in tv, lette a velocità  supersonica che non capisci se guarisci o muori.

Esempi di scarsa comunicazione, sarà  mica colpa della televisione?
"Per quanto mi riguarda io amo alla follia il teatro proprio perché é senza filtri, senza finzioni.

C'é un attore, un pubblico, un testo. E poi, le emozioni, il divertimento o la delusione quando va proprio male. Me la gioco e il successo dipende in gran parte da me. Non é una faccenda che si misura con l'Auditel, non c'é una sceneggiatura e un regista che possono fare la differenza. Il cinema e la televisione in questo momento sono lontani da me e mi sento sollevato".

Allude alle ultime esperienze televisive, gli spettacoli abbinati alla lotteria Italia, un pizzico d'amarezza nello svelare il dietro le quinte: "Il successo in televisione lo misuri con i numeri.

Se la gente accende la tv lo spettacolo é bello e pazienza se poi la qualità  del programma lascia a desiderare. Quando i numeri non tornano, il clima dietro le quinte é insopportabile. Io sono un comico, non un presentatore, ho bisogno di serenità  e di una squadra che lavora con me, non contro di me. Questa televisione non mi appartiene, anche se mi rendo conto che il pubblico si sente più distante, meno affezionato se non ti vede dal divano di casa".

Ci sono i compagni di viaggio di sempre, dal regista Giampiero Solari a Carlo Pistarino. Un'amicizia che resiste nonostante le regole dello show business?

"Assolutamente sì, Carlo mi fa ridere solo a guardarlo, con quel suo stile molto genovese che é quasi humour inglese.

Abbiamo fatto insieme il Borghese gentiluomo, c'é un duetto tra me e lui che sembriamo Totò e Peppino.

In Faccio del mio meglio lui fa il sommelier e io l'ubriacone, due filosofie di pensiero attorno allo stesso oggetto del desiderio: la bottiglia di vino".

foto by torre.elena