Il Nuovo Palas fra Speranze e Timori. I lavori camminano spediti, ma sono i conti che frenano
Notizia pubblicata il 16 dicembre 2008
Categoria notizia : Eventi
«VOGLIAMO essere ottimisti e fiduciosi. Vogliamo pensare che il nuovo Palacongressi, come da accordi con la ditta che è subentrata nei lavori, sia pronto entro l’agosto o il settembre 2009». Deve essere fiducioso per forza, Lorenzo Cagnoni, dopo tutte le vicessitudini che hanno scandito nel 2008 il cantiere del Palas.
Ma questa volta il presidente di Rimini fiera assicura di avere le carte per esserlo. «Da quando è subentrata la nuova ditta, la francese Cofathec, i lavori del Palacongressi vanno avanti spediti. Con la Cofathec c’è un accordo preciso, affinché ci consegnino la struttura alla fine dell’estate 2009, e finora stanno rispettando le consegne». La parte interrata, quella in cui sono previsti i parcheggi (oltre 500), uffici e servizi, non meno gravosa da realizzare di quella in superficie, è infatti quasi ultimata.
«Il 4 gennaio — continua Cagnoni — dovrà essere completata. E da quanto abbiamo appurato nell’ultimo sopralluogo, pare che Cofathec sia addirittura in anticipo. Da quel momento in poi, la ditta dovrà procedere per tappe, secondo un preciso programma di lavori. Se non rispetterà anche solo una delle scadenze, sarà mandata via». Prospettiva che Cagnoni, ovviamente, non si augura.
Altri contenziosi, dopo quello già avvenuto con la Torno, significherebbero nuovi ritardi. Il termine di consegna è molto vicino, ma Cagnoni fa capire che la nuova ditta è in grado di rispettare i tempi. «Se poi occorrerà un mese in più o in meno, non sarà un dramma. Preferiamo che i lavori vengano eseguiti a regola d’arte». Non come in altri Palas, insomma, dove qualche imperfezione nei primi mesi di apertura è venuta a galla.
A preoccupare semmai sono i conti. Anche perché ieri Cagnoni ha annunciato che «non ci quoteremo in Borsa, per ora. Dovevamo presentare un piano entro primavera, ma non ci sono le condizioni». La quotazione avrebbe permesso di abbassare il debito di Rimini fiera (sceso, nel 2008, da 51 a 35 milioni) e soprattutto di reperire 42, 43 milioni di euro degli oltre 100 necessari per fare il Palas.
«Ricordo — sottolinea Cagnoni — che non abbiamo chiesto un euro, a differenza degli altri palacongressi in realizzazione a Venezia e a Roma. Ci sono 7 milioni dalla Regione, per il resto stiamo realizzando tutto a debito». Anche per questo si tenterà di «aumentare le quote dei privati nel gruppo di Rimini fiera», visto che oggi l’85% delle azioni ancora è in mano al pubblico.ma.spa.
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