Ovadia, dalla Russia col sorriso per narrare la fine del comunismo. Stasera al Teatro Novelli di Rimini lo spettacolo dell'artista
Notizia pubblicata il 20 novembre 2007
Categoria notizia : Spettacoli
E' UNA SATIRA su un mondo scomparso, sull'utopia infratta dalla storia. E quanta storia c'é in Lavoratori di tutto il mondo ridete, il dissacrante spettacolo di Moni Ovadia sulla fine del comunismo e della Russia sovietica, di scena stasera (inizio alle 21) al Teatro Novelli di Rimini.
Uno spettacolo che raccoglie racconti e canzoni, memorie e poesie, confessioni e sogni del popolo russo, dalla prima (fallita) rivoluzione dei primi anni del Novecento, a quella d'ottobre nel 1917, fino agli anni di Stalin. Un'opera che più della Storia (quella con la S maiuscola), racconta le storie di quegli uomini che hanno vissuto, lottato, sofferto, amato l'utopia del comunismo, in particolare gli ebrei, per poi essere traditi da quell'ideale.
« Mi interessano gli uomini, ho una vera passione per gli sconfitti e i diseredati, perchè sono le vittime che fanno la storia — spiega Moni Ovadia — E gli ebrei russi svolsero davvero un ruolo di primo piano nelle rivoluzioni russe, sia in quella fallita del 1905, sia in quella vittoriosa del 1917. Gli antisemiti anticomunisti, i fascisti e i nazisti di ogni specie videro negli ebrei gli untori di ogni processo rivoluzionario comunista, ma gli ebrei comunisti furono in realtà fra le vittime dello stalinismo i più atrocemente traditi».
E Moni Ovadia questa sera, accompagnato come sempre da Lee Colbert e dai suoi musicisti, dà voce alle loro storie, con la solita ironia che lo contraddistingue. Prima dello spettacolo (in abbonamento turno D), l'artista incontrerà alle 17,30 il pubblico al Teatro Novelli, per riflettere sul tema Due stelle: ebrei e comunisti. Per informazioni: 0541.24152. Â