Il conto? Si fa davvero senza l'oste In un locale di Diolaguardia il giovedì e il venerdì lo decide il cliente
Notizia pubblicata il 26 marzo 2008
Categoria notizia : Turismo
MANGIA ciò che vuoi e paga quanto vuoi. L'originale iniziativa é dell'osteria Del Fabbrolo a Diolaguardia, nel territorio del comune di Roncofreddo, aperta nel 1992 e gestita dai fratelli Marina e Fabio Fabiani e da Ernesto Cuni, tutti di Cesena. Per tutto questo mese, nelle serate del giovedì e venerdì, é direttamente il cliente che viene a cena a determinare l'entità del conto.
Come é nata questa trovata?
«Abbiamo letto su un giornale di un ristorante britannico che aveva adottato questa formula - rispondono Marina, Fabio ed Ernesto - e che aveva riscosso un notevole successo: solo il 3 per cento degli avventori ne approfittava. Così abbiamo deciso di copiarla».
Il risultato?
«Per ora é ottimo. C'é un buon afflusso di clientela, alcuni vengono appositamente perchè sono informati delle cosa, altri entrano incuriositi dai cartelli che la illustrano».
Il registratore di cassa piange?
«Complessivamente, non lavoriamo in perdita. Magari non ci guadagnamo, ma a noi va bene ugualmente. C'é chi si sente imbarazzato nel stabilire lui il conto e insiste perchè tocchi comunque a noi fissarlo. Chi se lo calcola poi immancabilmente ci guarda preoccupato, domandandoci se la cifra é comunque congrua...».
Episodi curiosi?
«C'é chi é arrivato qui con il ritaglio dell'inserzione apparsa sul Carlino chiedendo se era tutto vero, con la palese intenzione di mangiar molto e spender poco.
Erano in due e per una cena con antipasto e una grossa fiorentina alla fine ci hanno corrisposto 33 euro a testa. Diciamo che si sono fatti uno sconticino: il conto reale sarebbe venuto 38 euro. Un gruppo di sei donne ci ha pregato di stilare noi il conto, temendo una figuraccia. Quando glielo abbiamo presentato hanno convenuto che era troppo basso e hanno arrotondato l'imporo aggiungendovi 15 euro in più. Ma le donne si sa che sono più brillanti degli uomini».
Proprio nessuno ha cenato quasi a scrocco?
«Un paio di giovedì fa cinque giovanotti sui vent'anni hanno ordinato antipasto, due piatti di tagliatelle al ragù, uno di ravioli alle melanzane e due di strozzapreti all'ortolana.
Hanno bevuto una bottiglia di vino e una d'acqua e hanno ritenuto giusto pagare soltanto 5 euro a testa. E noi puntualmente abbiamo uno scontrino per un totale di 25 euro e ci siamo salutati. Altri sei hanno ordinato grigliata di carne, coniglio arrosto e galletto al forno con i vari contorni, più acqua, vino, caffé e digestivo, e ci hanno lasciato 10 euro a testa. Un po' pochi, no?
Ma la regola del giovedì e venerdì é questa».
Continuerete?
«Questa di marzo era una prova. Siamo contenti dell'esito e pensiamo valga la pena insistere. Nelle due serate del giovedì e del venerdì abbiamo registrato un buon incremento di clienti».
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(foto di http://www.flickr.com/photos/heldertavares)