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Così tratto i disturbi di chi calca il palcoscenico

Notizia pubblicata il 19 agosto 2009



Categoria notizia : Fatti Curiosi


L’osteopatia sale sul palco. Da Bruce Springsteen a tanti altri vip, musicisti in primis, questa pratica naturale che tratta diverse patologie (da un banale mal di schiena, fino a cervicalgie e i più disparati stress psico fisici) attraverso la manipolazione e senza l’utilizzo di farmaci, sta prendendo sempre più piede. Tanto che da semplice moda, l’‘osteopatia da palcoscenico’ pare abbia un futuro neanche tanto lontano.
E, in questo, il Boss docet.

«Ho rimesso in sesto il Boss» L’esperta: «Così tratto i disturbi di chi calca il palcoscenico»

Orietta Andreani , nota osteopata romana, iscritta al Roi, il Registro degli osteopati italiani, ammette: «In occasione del tour italiano di Springsteen il suo staff mi ha contattata. La seduta è durata oltre due ore e il lavoro è stato ‘importante’: ho utilizzato varie tecniche manipolative per eliminare le tensioni, poi sono passata alla fase di rilassamento, infine, ho agito stimolando il sistema neurovegetativo ridonargli la giusta carica per affrontare tre ore di concerto. Vedendo la performance, devo dire che l’operazione è riuscita perfettamente».
DEL RESTO, quando mai capita di avere sotto le proprie mani il Boss in persona? Ma l’osteopata assicura di non aver fatto una piega: «Per me tutti i pazienti sono uguali. Non c’è Boss che tenga. Mi sono impegnata per ottenere il massimo risultato, ed è stato anche un lavoro piuttosto muscolare che, però, alla fine ha dato i suoi frutti. Lui era soddisfattissimo e quando mi ha invitato al concerto mi sono resa conto che avevo appena trattato una star!». E, nel caso di Orietta Andreani, non è e non sarà l’unica.
«Si calcola che il 70 per cento dei musicisti soffra di vari disturbi psico-fisici — spiega l’esperta — dovuti a ore e ore di esercizi e dallo stress dovuto ai concerti. Nel caso degli orchestrali, ad esempio, si parte dal mal di schiena a dolori al torace per le ultime file degli archi causati dalle fortissime vibrazioni che provengono dai fiati che, a loro volta, perdono col tempo la qualità dell’udito causa vicinanza con le percussioni che, in genere, si trovano alle loro spalle».
Perché allora rivolgersi proprio a un osteopata e non a un fisiatra o un ortopedico? «Una cosa non esclude l’altra. Certo noi potremo puntare a specializzarci — spiega l’osteopata — in musicisti, ballerini e personaggi dello spettacolo grazie al nostro approccio preventivo e curativo a 360 gradi, dovuto a studi d’anatomia, fisiologia e psicologia oltre a una certa capacità di ascolto. L’ideale sarebbe integrare le capacità dell’osteopata con quelle degli altri specialisti, ma, per ora, restiamo nel ‘limbo’ delle Medicine non convenzionali».
E, a giudicare dalle premesse, forse non è neanche tanto male